Un romanzo di iniziazione sospeso tra presente e passato che ci dona passaggi di pura poesia
La narrazione del suggestivo libro Il pittore di ventagli di Hubert Haddad (Ponte alle Grazie) avviene attraverso i ricordi di Xu Hi-han, buono soltanto a ricopiare alcune opere di pittori su fogli di carta di riso, che ci introdurrà alla storia del decoratore di ventagli Osaki Tanako. Matabei Reien è un uomo che ha lasciato Tokio per ritirarsi in un luogo sperduto fra le montagne sull'isola di Honshu cercando di trovare pace e serenità dopo un incidente. Fra queste montagne vi è una pensione gestita dalla signora Hison dove confluiscono diversi viandanti: commercianti di tè, giovani escursionisti chiassosi, qualche monaco colto di sorpresa dal maltempo.
La narrazione del suggestivo libro Il pittore di ventagli di Hubert Haddad (Ponte alle Grazie) avviene attraverso i ricordi di Xu Hi-han, buono soltanto a ricopiare alcune opere di pittori su fogli di carta di riso, che ci introdurrà alla storia del decoratore di ventagli Osaki Tanako. Matabei Reien è un uomo che ha lasciato Tokio per ritirarsi in un luogo sperduto fra le montagne sull'isola di Honshu cercando di trovare pace e serenità dopo un incidente. Fra queste montagne vi è una pensione gestita dalla signora Hison dove confluiscono diversi viandanti: commercianti di tè, giovani escursionisti chiassosi, qualche monaco colto di sorpresa dal maltempo.
Ed è qui che Matabei incontrerà il maestro Osaki "omino senza età della baracca nera" un anziano pittore di ventagli di carta e seta che si occupa del prezioso giardino, rimanendo affascinato dalla sua arte e dalla sua filosofia "Senti il vento che soffia. Si può passare la vita ad ascoltarlo ignorando tutto dei moti dell’aria. La mia storia è stata come il vento, più o meno incomprensibile tanto agli altri quanto a me stesso". Dipingere un ventaglio non voleva forse dire ridurre saggiamente l’arte a semplice vento".
Il vecchio smunto ma dal viso rugoso è meticoloso nel sistemare ogni sasso e ogni pianta nella giusta posizione nel giardino. Finito il lavoro si ritira nel suo atelier a decorare ventagli con iscrizioni poetiche, racchiudendo nei suoi disegni la natura e il giardino a cui esso si dedica. Il tempo sembra essersi fermato per Osaki nei suoi gesti rituali che commuoveranno Matabei curioso osservatore delle sue azioni.
In passato la proprietaria del locale la signora Hison - ex prostituta - per cambiare vita aveva acquistato la pensione e vi aveva già trovato il maestro Osaki decise di non sfrattarlo ritenendolo utile per la sistemazione del giardino, un modo cosi per sdebitarsi alla pari con il vitto e l'alloggio. Osaki aveva vissuto in precedenza in un monastero dopo il suicidio dei genitori, in balia fra depressione e alcool era riuscito a sopravvivere. Nelle sue mani il giardino giapponese, oltre a una forma di riparazione psicologica, divenne un piccolo capolavoro artistico con vasche e fontane fra rivoli canterini e lampade di pietra.
L'incontro con Matabei avvenne una sera con un breve dialogo illuminato dal sorriso del vecchio che successivamente lo inviterà a prendere un tè. «Lei ha molto tempo libero», continuò Osaki. «Potrebbe darmi una mano. Le insegnerò le mie astuzie…«Una mano in giardino?» domandò Matabei, sempre più sconcertato. «In giardino e nell’atelier, ogni tanto. Quando si sentirà solo…"
Inizierà così una straordinaria amicizia che alla sua morte porterà Matabei a un importante compito di successione. Sarà poi il suo discepolo a raccontare la vita di Osaki una vita vissuta lontano da tutto, al ritmo delle stagioni, della natura, del giardinaggio e della pittura. Nell'ultimo ventaglio prima di morire il vecchio scriverà le sue volontà:
Né tormento né lutto/ sulle rose del giardino/ le mie ceneri spargete
Matabei si ritroverà così ad accettare l'eredità del Maestro e degli anni travagliati di nuovo da calamità naturali questa volta - dopo la perdita dei genitori durante la guerra - a causa dello tsunami del 2011, che distruggerà parte delle sue visioni e provocherà un distacco doloroso dal suo giardino in cui il vecchio vi aveva messo l'anima.
Lo scrittore ci descrive la storia nella voce narrante di Xu Hi-han ex sguattero della pensione divenuto un brillante studente, che vedrà Matabei in una foto di un giornale in triste stato di abbandono fisico e morale dopo la catastrofe: fra ponti crollati, strade sfondate, sbarramenti delle strade cercando di salvare il vecchio Matabei e l'eredità dei ventagli del Maestro Osaki.
Questa storia a incastro di mutazioni e di successione artistica si sviluppa in una sorta di poetica zen fra la dolcezza della campagna circostante, in combinazione con i capricci degli elementi naturali. Un romanzo di iniziazione che va dritto alla sensibilità di ciò che ci circonda negli elementi narrati con una sorta di simbolismo : la terra (il giardino), l' acqua (il fiume e l'oceano) l'aria ( il vento, i ventagli) il fuoco (vicino alla pensione si erge un crematorio).
Ciò comporta un bellissimo inno alla natura e all'arte, creando paesaggi intensi che ricordano certi tratti pittorici di autori giapponesi del secolo scorso.
Ciò comporta un bellissimo inno alla natura e all'arte, creando paesaggi intensi che ricordano certi tratti pittorici di autori giapponesi del secolo scorso.
- L' autore
Hubert Haddad è nato a Tunisi nel 1947 ed è emigrato a Parigi nel 1950. Romanziere, poeta, letterato, saggista e drammaturgo e anche pittore, ha pubblicato moltissimi romanzi di successo, raccolte di poesie, ed è stato fondatore e direttore di riviste letterarie. Nella sua lunga carriera ha ricevuto prestigiosi premi, tra cui il Grand Prix SGDL du roman, il Prix des cinq continents de la Francophonie, il Prix Renaudot Poche, il Prix du Cercle Interallié e il Prix Louis Guilloux.
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