Recensione del libro di Annabelle Hirsch che esplora il rapporto tra donne e cibo
Il piatto preso in considerazione è molto più di un semplice oggetto d’uso quotidiano; è un simbolo potente che racconta la storia dell’oppressione e della ribellione femminile. Con questa premessa, Annabelle Hirsch ci conduce in un viaggio affascinante nel suo libro "Il Piatto", Corbaccio editore, un’opera che esplora il rapporto complesso tra le donne e il cibo, intrecciando storia, cultura e lotta per l’emancipazione.
Il piatto come metafora sociale
Attraverso un racconto che spazia dai secoli passati al presente, Hirsch racconta come il cibo sia stato spesso strumento di controllo e di messaggi sociali. Citazioni rilevanti, come quelle tratte da "Una stanza tutta per sé" di Virginia Woolf, sottolineano la disparità tra uomini e donne, resa evidente anche dai pasti consumati: succulenti e sontuosi per gli uomini, frugali e insignificanti per le donne.
Il piatto diventa così il simbolo di una società che relegava le donne a ruoli subalterni.
Il controllo dell’appetito femminile
La narrazione di Hirsch analizza in profondità come il controllo dell’appetito sia stato parte della costruzione sociale della femminilità. Dall’immagine puritana della donna riservata, che doveva mangiare con moderazione, all’anoressia come forma estrema di ribellione, il cibo si trasforma in un campo di battaglia per l’autodeterminazione femminile.
Un esempio emblematico è il piatto di porcellana chiamato "Arbre d'Amour", simbolo del XVIII secolo che, anziché celebrare l’appetito, ammoniva le donne a restare all’interno dei confini del patriarcato.
Questo oggetto, apparentemente decorativo, si rivela uno strumento di propaganda contro il desiderio di autonomia. Il piatto - ornato con scene in cui donne "cacciano" uomini rifugiati sugli alberi - era un dono di nozze destinato alla sposa. Non mirava certo a stimolare l'appetito femminile, bensì a fungere da ammonimento.
L’anoressia e il piatto della ribellione
Particolarmente toccante è l’analisi dell’autrice sull’anoressia come forma di protesta.
Nel XIX secolo, il rifiuto del cibo non era solo un disturbo, ma un atto politico. Hirsch narra storie di suffragette che utilizzavano lo sciopero della fame come arma contro l’oppressione, trasformando il loro corpo in un manifesto vivente.
Marion Wallace-Dunlop nel 1909 fu la prima a ricorrere allo sciopero della fame in prigione, costringendo le autorità a rilasciarla.
Lo sciopero della fame divenne una tattica sistematica, tanto che le suffragette crearono un'apposita medaglia per commemorare i periodi di digiuno.
Un libro interessante per comprendere il presente
L'autrice non si limita a raccontare il passato; ci invita a riflettere sul presente. Il rapporto delle donne con il cibo è ancora influenzato da stereotipi che perpetuano l’idea di una femminilità "leggera" e riservata. "Il Piatto" è un libro che illumina queste dinamiche con una prosa raffinata e un approccio empatico.
Annabelle Hirsch racconta tutto questo in poche pagine, con una scrittura chiara e coinvolgente, capace di appassionare sia chi si interessa di studi di genere, sia chi è curioso di riscoprire il significato nascosto dietro gesti quotidiani come mangiare.
Perché leggere "Il Piatto"
Questo libro è un must per chi vuole approfondire il legame tra cultura, genere e alimentazione. La narrazione storica si intreccia con riflessioni contemporanee, offrendo uno spunto di discussione non solo per le donne, ma per chiunque sia interessato alla giustizia sociale.
Se ti interessano i libri che parlano di storia, femminismo e cultura materiale, Il Piatto è una lettura imperdibile.
L'autrice
Annabelle Hirsch ha pubblicato racconti e traduzioni letterarie dal francese. Vive fra Roma e Berlino. Oltre a Il piatto, Corbaccio ha pubblicato Una storia delle donne in 100 oggetti (su Amazon).
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Titolo: IL PIATTO
Autore: Annabelle Hirsch
Editore: Corbaccio
Anno: 2025
Pagine: 64
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