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Recensione: "La Stasi dietro il lavello", l’infanzia ironica e malinconica di Claudia Rusch nella Germania dell’Est
Un memoir toccante e ironico sulla DDR, tra ricordi, repressione e sogni di libertà
Nel suo libro “La Stasi dietro il lavello”, edito da Keller, Claudia Rusch ci regala un racconto autentico e coinvolgente della sua infanzia nella Repubblica Democratica Tedesca degli anni ’80. Con una voce unica, capace di mescolare ironia e malinconia, l’autrice ci porta dentro la vita quotidiana sotto la sorveglianza della Stasi, tra situazioni assurde, sogni proibiti e una costante voglia di normalità.
Cresciuta in una famiglia dissidente, Claudia impara fin da piccola a diffidare dell'autorità e a muoversi con cautela in una società dove tutto poteva essere spiato. Emblematico l’aneddoto in cui, convinta che “gli scarafaggi” fossero agenti della Stasi, si ritrova sconvolta alla vista di veri insetti nello studentato.
"Come sarebbe... tutti questi scarafaggi?" Caddi dalle nuvole.
«Qui, nello studentato?» Ero sinceramente stupita. Naturalmente sapevo che la Stasi era anche lì, ma mi sfuggiva il fatto che si potesse muovere liberamente nei corridoi della casa dello studente. "
Per sopravvivere al grigiore del regime, Claudia si rifugia in attività extrascolastiche e amicizie con ragazzi stranieri. Partecipa ai circoli di filosofia e matematica, suona il flauto, recita a teatro. Intanto, coltiva in segreto la sua passione per Neil Young, i Raider, tavolette di cioccolato (oggi Twix) e le barzellette su Honecker, sfidando il conformismo del tempo.
Il libro è punteggiato di momenti comici e surreali, come l’episodio delle aragoste comprate a Berlino Ovest: nessuno sa cucinarle, finiscono nella spazzatura, e il pollo “di consolazione” causa un’intossicazione alimentare. Episodi come questi restituiscono, con leggerezza, l’assurdità della vita nella DDR.
Sfrutterà occasioni per entrare in contatto con persone provenienti da altri paesi, come i giovani francesi con cui farà amicizia, trovando momenti di evasione e di divertimento nei viaggi a Praga con la sua famiglia.
"Mi piaceva Praga. C'era di tutto: il teatro di strada, i burattini, la Torre del Municipio con l'orologio astronomico e il carillon, i mercatini lungo la riva della Moldava, pittori che con i loro cavalletti assediavano il Ponte Carlo, il meraviglioso Castello Hradcany, una libreria tedesca nascosta in un cortile adiacente Piazza Venceslao e piccole lumachine di liquirizia.
Oggi si possono comprare in qualsiasi supermercato, ma nella DDR non esistevano. Mi sarei letteralmente avvolta in quella liquirizia."
“La Stasi dietro il lavello” è molto più di un memoir: è un viaggio nella memoria collettiva della Germania Est, una riflessione sulla libertà, l'identità e il valore della dissidenza. Con uno stile diretto e coinvolgente, Claudia Rusch ci mostra come si può crescere felici anche in un mondo che felice non è.
Titolo: LA STASI DIETRO IL LAVELLO
Autore: Claudia Rusch
Editore: Keller editore
Anno: 2021
Pagine: 166
a cura di Franco Filice
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