30 dic 2019

 

I racconti delle tenebre. 17 storie da leggere al crepuscolo

A cura di Fabio Genovesi una raccolta di racconti dell'orrore noti e meno noti da non sottovalutare

Non bisogna mai dare per scontate le storie di paura che venivano raccontate e scritte tra il XIX  e gli inizi del XX secolo, tra ombre che si aggiravano in case semibuie illuminate da candele e dal crepitante fuoco dei camini, racconti che condizionavano i lettori e forse gli stessi scrittori. Neanche dopo la scoperta dell'elettricità queste storie non hanno perso il loro orrore come scrisse Ambrose Bierce "Ah, figli della luce del sole e delle lampade a gas, quanto poco conoscete il mondo in cui vivete!" 





Bierce autore del Dizionario del diavolo evocava un mondo "buio, notturno e misterioso che ogni sera dopo il tramonto è stato il nostro, per millenni – anzi, milioni di anni. E non esiste più". Scacciato dalla luce elettrica, che ha cambiato il mondo delle ombre, e che fa dire al narratore del racconto di Perceval Landon che «la luce elettrica è la morte per i fantasmi». Ma vedremo che non è così. 

Questa "nuova tecnologia" illumina ogni angolo buio dove credevamo di veder muoversi qualcosa, quando in realtà non c’è proprio niente. Ma può accadere anche il contrario che la troppa luce nel buio impedisce di vedere e nello stesso tempo nascondere ciò che di soprannaturale si aggira intorno a noi, tra gli alberi, negli angoli, sotto il letto o ai piedi del letto come lo sfortunato narratore di Thurnley Abbey .  


Il curatore di questa raccolta, Fabio Genovesi, ci introduce in ognuno dei 17 racconti con qualche descrizione biografica degli autori e qualche accenno allo svolgimento, tentando di coinvolgere il lettore, una sorta di avvertenza, aggiungendo altro valore alle storie, come un traghettatore verso il mondo delle tenebre letterario.

I racconti spaziano dai classici autori horror Poe, Stoker, Lovecraft, a quelli più sconosciuti come la scrittrice americana Gwendolyn Ranger Wormser, autrice de Lo spaventapasseri, lei stessa avvolta nel mistero "A cercare sulla rete sembra non sia mai esistita" spiega il curatore e lo stesso racconto venne scovato in un volumetto inglese The Scarecrow and Other Stories del 1918 perso tra un monte di libri ammuffiti su una bancarella. 

Oppure un Satana in treno di Ardengo Soffici noto forse più per i suoi dipinti che racconti horror.
Nel complesso la raccolta esplora "una gamma di registri, ambientazioni e immaginari" facendoci addentrare tra le nebbie delle campagne inglesi, cittadine e case inospitali, paesi spettrali del Giappone, vette innevate degli Appennini e perfino una torre in uno scoglio sperduto della costa calabra descritto da Francis Marion Crawford in Perché il sangue è la vita, dove "la maledizione vampiresca non ci porta tra le brume della Transilvania, ma sulla costa soleggiata della Calabria".
La torre di origine saracena esiste davvero nella provincia di Cosenza, l'autore americano se ne innamorò al punto da trascorrere le venticinque estati successive, e ora nota come Torre Crawford. 

Torre Crawford 


Durante una notte buia e senza stelle avviene una richiesta d'aiuto in mezzo all'oceano nel racconto di William Hope Hodgson, dove su un isola un fungo terribile ha contaminato tutto. 
Amelia B. Edwards ne La carrozza fantasma scrive invece di un giovane cacciatore che si attarda e rimane solo, mentre il sole tramonta, il bosco innevato si riempie di ombre minacciose e strani bisbigli, tanto da sconvolgere il narratore protagonista che infine vede nel buio una luce tremula di una lanterna, forse come fonte di salvezza. 

Ne La casa del giudice di Stoker quando un giovane studente intende passare alcuni mesi in solitudine per i suoi studi gli viene subito dato un avvertimento «No, non nella casa del Giudice!» questa è "una vecchia e alta casa in stile giacobita, con pesanti abbaini e finestre insolitamente piccole sistemate più in alto che in altre dimore del genere" una casa disabitata dove nessuno vuole abitarci. 

Arthur Machen ne Il sigillo nero ci scorta verso un terrore vago e indefinito tra le selvagge terre del Galles fitto di boschi misteriosi, evocando leggende inquietanti. La protagonista, signorina Lally, ci confessa: «Se avessi saputo che cosa temere avrei forse potuto difendermi, ma quel terrore senza nome era più orribile di qualsiasi precisa minaccia».


Ci sono anche amori infelici che durano oltre la tomba e maledizioni che non perdonano, e Genovesi si rivolge a chiunque, almeno una volta nella vita, ha avuto il timore di scoprire cosa si annida nel buio. Fuori e dentro di sé.  

« ...Riesaminai pigramente i fatti del giorno, sperando di addormentarmi, ma ero più sveglio che mai e non c’era niente da fare. Dovevo leggere qualche altra pagina del Libro della giungla, così brancolai in cerca dell’interruttore e accesi il lume. L’improvviso chiarore mi accecò per un attimo, e cercai il libro sotto il cuscino con gli occhi semichiusi. Poi, abituatomi alla luce, diedi un’occhiata ai piedi del letto.
«Non so dirle che cosa accadde esattamente e nemmeno con le parole più straordinarie potrei rendere l’idea di quello che provai. So che il mio cuore si fermò e che la gola si strinse automaticamente (...) Posso solo dirle che in quel momento la mia ragione e la mia vita vacillarono simultaneamente».




Il libro

Autore: AA.VV. A cura di Fabio Genovesi
Editore: Einaudi
Anno: 2019
Pagine: 360








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