Nel romanzo Il Terrore di Arthur Machen la natura si ribella alle azioni orribili degli uomini
E' curioso che uno dei maestri del genere horror, il gallese Arthur Machen (1863 -1947), apprezzato da Edgar Allan Poe definito il "tessitore di orrori", in questo romanzo breve Il Terrore (Theoria) abbia usato gli scenari a cielo aperto e naturalistici in una storia che ha radici nel soprannaturale. Una casa infestata o un castello sono stati elementi molto trattati nei racconti dell'orrore, nel 19° secolo il genere gotico in letteratura appassionava molti lettori nel seguire le disavventure di eroine innocenti perseguitate da cattivi assetati di sangue che vivevano in sinistre fortezze medioevali. Vendette, omicidi oscuri e passioni proibite formarono le convenzioni di un genere dove il castello era il punto focale (vedi La casa degli Usher di Poe o il cupo maniero del conte Dracula). Machen invece ricorre all'orrore occulto quotidiano e alla paura in uno spazio aperto su ciò che è ignoto o impossibile da definire, raggiungendo un intensità realistica.
L'arrivo del Terrore
In una remota regione del Galles occidentale avvengono strane morti: un aereo abbattuto da uno stormo di piccioni impazziti, una ragazza trovata in fondo a un precipizio, una nave scomparsa senza segni di vita, corpi in decomposizione scoperti in un villaggio. Sono alcuni episodi inspiegabili a cui il narratore, forse lo stesso Machen, cerca di dare una risposta lungo la narrazione cercando di trovare un legame tra loro.
Il protagonista si trova nel luogo mentre la Prima Guerra Mondiale infuria, ciò farebbe pensare che ci sia una correlazione con gli eventi e che i tedeschi abbiano un loro ruolo, infatti il terrore in se si può anche manifestare con una improbabile invasione degli "Unni" usando una fantomatica arma segreta il Raggio Z lanciata da un nemico invisibile. Almeno così credono le autorità davanti a questi decessi inspiegabili.
All'inizio del racconto il narratore fa una riflessione, dove spiega che durante la guerra i giornali venivano letti con un certo brivido sui fatti che accadevano oltremanica - l'invasione del Belgio e quasi della Francia da parte dei tedeschi - provando da parte dei lettori un certo sollievo quando lessero che gli invasori erano respinti. Poi si sofferma su una misteriosa immobilità delle truppe che durò un paio d'anni, un segreto che venne custodito gelosamente. Venne diramata una circolare ai direttori dei giornali britannici e inglesi, avvisandoli di tenere segreta la comunicazione pena severi provvedimenti.
Questa circolare proibiva di menzionare alcuni insoliti avvenimenti accaduti, vietando riferimenti o allusioni. Una sorta di censura scrupolosa alla stampa e ai mezzi di comunicazione, ma, come viene narrato, la gente era abituata ad avere fiducia nella stampa tanto che la vecchia capacità orale di diffondere notizie tra la gente non esisteva più. Se la stampa non ne parlava la gente non ne veniva a sapere e chi veniva avvisato da un amico o conoscente non avrebbe creduto alla storia menzionata: c’era una differenza abissale fra una comunicazione inaspettata ascoltata su un treno e una letta fra le righe di un giornale con fatti particolareggiati. La gente talvolta racconta di tutto e distorce la realtà, i giornali invece non riportano omicidi che non sono stati commessi.
Gli Angeli di Mons
Machen ricorda la "Leggenda dei Russi (the Russians)", una diceria che correva fra le truppe bloccate nelle trincee della Prima Guerra Mondiale, secondo cui da un momento all’altro, orde travolgenti di soldati cosacchi sarebbero arrivati dall’Europa Orientale, e poi un altra leggenda gli "Angeli di Mons" originata dallo stesso scrittore.
Il 29 settembre 1914 pubblicò sull’Evening News un racconto intitolato The Bowmen (Gli arcieri), dove immaginava che nel corso della ritirata di Mons il ripiegamento delle truppe britanniche fosse stato aiutato da un evento soprannaturale protetto dal martire cristiano San Giorgio in persona, intervenendo dalle nubi alla testa di un manipolo di angeli: questi sarebbero state le anime degli arcieri che ad Azincourt e Crécy, nel IX secolo, fecero vincere l’esercito di Re Alfred contro i Normanni, salvando l’Inghilterra.
Molti soldati inglesi suggestionati, scrissero al giornale riferendo di aver visto davvero, tra le nubi, il santo guerriero e gli angeli giunti in loro soccorso. Ne nacque una delle più famose isterie collettive dei tempi moderni. Se giornali e riviste non sarebbero circolate, dice il narratore, dei Russi e degli Angeli lo avrebbero saputo in pochi, e ancora in meno vi avrebbero creduto. Forse se ne sarebbe parlato per qualche giorno o due, ma poi la gente avrebbe dimenticato ogni cosa.
Llyn-y-Ddinas, North Wales - Sidney Richard Percy 1873 |
Gli strani avvenimenti
L'attenzione del narratore prende vita quando troverà alcuni articoli che parlano di un incidente mortale ad un noto aviatore deceduto a seguito di una collisione con uno storno di piccioni. Poi l'esplosione in una grossa fabbrica di munizioni nelle Midlands. Nel primo, un testimone oculare giurò di vedere una nuvola in cielo che pareva essere viva con migliaia e migliaia di piccioni che roteavano in cerca di qualcosa da attaccare.
Nel secondo avvenimento i soccorritori non permisero ai parenti di vedere i corpi di decine di operai chiudendoli direttamente nelle bare. Qualcuno parlava di un gas, altri dicevano di aver visto le loro facce che parevano dilaniate da animali, nessuno ne parlava apertamente. Un incidente forse. Il narratore però armato di intuito si metterà a indagare e cercare una spiegazione logica.
L'intera contea successivamente verrà afflitta da sciagure incredibili e misteriose, ma nessuno riuscirà a distinguere i fatti certi dalle semplici supposizioni, dato che si era messa in moto la macchina della censura. Decessi insoliti senza spiegazione continueranno: un bambino verrà trovato morto vicino al prato di casa, attratto da un misterioso luccichio da una siepe. Un uomo trovato cadavere vicino alla sua fattoria, lo aveva cercato la moglie di notte, lei raccontò che gli alberi davanti al campo erano illuminati come se ci fossero delle lucciole che al suo arrivo si fossero poi disperse.
Un intera famiglia in una fattoria era morta, apparentemente disidratati, vi era stato trovato un appunto che diceva una cosa folle e indescrivibile: la famiglia si era barricata in casa per difendersi da qualcosa, non potevano uscire e arrivare al pozzo per prendere l'acqua e dopo giorni senza cibo e senza bere non avevano retto. Un padre e un figlio inspiegabilmente annegheranno su un terreno paludoso forse vittime di un animale impazzito.
Arthur Machen |
Machen giocando con il fantastico e la suggestione riesce nel suo racconto a suscitare interesse verso il lettore per scoprire fino all'ultimo capitolo la verità dietro queste orrende e misteriose morti. Si faranno diverse supposizioni dove la stessa Guerra Mondiale pare avere una sua rilevanza che all'epoca del racconto (1917) aveva lasciato il suo segno, ma saranno solo teorie poiché tutto ritornerà alla normalità.
Il tono generale asciutto, suggerisce che Machen spera di trasmettere una profonda verità, una sorta di "rivoluzione" da parte del regno animale contro gli uomini, un segnale di avvertimento mentre la morale umana è al collasso a causa della guerra orribile e senza precedenti scoppiata due anni prima. Un altra caratteristica che distingue Il Terrore è la sua narrazione avvolta nel mistero, forse un poco lenta, che come in una sorta di detective story sulla base di supposizioni arriva infine al presunto colpevole.
- L'autore
Arthur Machen (1863 - 1947) è stato un autore gallese meglio conosciuto per le sue opere orientate verso il soprannaturale, fantasy e horror. Il suo romanzo più noto Il grande dio Pan (1890) viene definito da Stephen King come "la migliore storia dell'orrore in lingua inglese". I lavori di Machen sono stati profondamente influenzati dalla sua infanzia in Galles e dalle sue letture sull' occulto e la metafisica.
- Il libro
Arthur Machen
IL TERRORE
Edizioni Theoria 2017
129 pagine
Genere: Narrativa gotica classica
2 commenti :
Mi riprometto sempre di studiare Machen, autore trattato molto male dall'editoria italiana: sono contento che ogni tanto un editore si ricordi di lui ;-)
In effetti sembra trascurato dai grandi editori, che magari gli preferiscono Poe. Un autore da approfondire con un suo modo particolare di raccontare storie ai limiti del fantastico.
Posta un commento