18 mar 2024

 

Quaderno proibito. Alba de Cespedes e la vita intima di una madre e moglie devota

"Quaderno proibito" di Alba de Cespedes racconta la storia di Valeria, una madre e moglie devota la quale, un giorno, inizia a tenere un diario segreto. 

scrittrice


Siamo negli anni '50 e il racconto inizia in modo abbastanza innocente, con il nome della sua proprietaria, Valeria Cossati, scritto con una scrittura ordinata sul quaderno. 

«Ho fatto male a comperare questo quaderno, malissimo. Ma ormai è troppo tardi per rammaricarmene, il danno è fatto» 

Valeria sta comprando le sigarette per suo marito quando rimane entusiasta nel vedere in vetrina le pile di quaderni neri esposti nella tabaccheria. 

La domenica non è permesso comprarne uno, le dicono, ma il tabaccaio gliene dà comunque uno e lei lo nasconde sotto il cappotto. 

Questo inganno, questo quaderno proibito in tutti i sensi, darà l'inizio al romanzo pubblicato nel 1950 in rivista e poi in libro. 


Una donna semplice e lavoratrice

Valeria è sposata con due figli adulti; la famiglia è in difficoltà finanziarie, questo la costringe a lavorare in un ufficio e gestire la sua casa senza l'aiuto di una domestica. 

È una donna semplice, una buona mamma, ottima donna di casa e lavoratrice che cerca di tenere in piedi una famiglia e insieme gestire l'ufficio del suo principale di cui è segretaria.

Ma dal momento in cui Valeria porta il quaderno a casa sua, tutto cambia. 

È terrorizzata dal pensiero che la sua famiglia possa scoprirlo, non sa dove nasconderlo, cambiandogli sempre posto, soprattutto poi il marito la deride solo per il semplice suggerimento che le piacerebbe tenere un diario. "E che cosa vorresti scrivere , mammà?" scherza il marito, il quale l'aveva cominciato affettuosamente a chiamarla "mammà" . 

"Mi piacque tanto, sul principio, perché così mi pareva d’essere io la sola persona adulta, in casa, la sola che già sapesse tutto della vita.

Ciò accresceva quel senso di responsabilità che ho sempre avuto, fin dall’infanzia. Mi piacque anche perché in tal modo riuscivo a giustificare l’impeto di tenerezza sempre suscitato in me dal fare di Michele che è rimasto candido, ingenuo, anche ora che ha quasi cinquant’anni." 


Figli e marito non capirebbero questo bisogno di confessione e di chiarificazione dei sentimenti della loro pratica e trasparente mamma. Ella, invece, scrivendo, si accorge di giorno in giorno di non essere affatto limpida,  come non lo sono ne i suoi figli né suo marito. 

I figli, adulti, vanno per la loro strada: Mirella, si appresta a vivere una sua vita indipendente e personale con un uomo più grande di lei; Riccardo, debole e anche egoista, porta in casa una giovane moglie, apatica, che vedrà la madre come una nemica, pur sfruttandone le ultime energie. 

Michele il marito, che ha sognato per tutta la vita una brillante carriera a cui crede di aver rinunziato per amore della moglie e della famiglia, si attacca ad un esile sogno che lo lascia più deluso ed amareggiato di prima.

Soppesando i sui ricordi, Valeria crede di avere ancora qualità femminili che la routine ha nascosto agli occhi dei suoi cari, così nasce un idillio con il suo capo, avviando una ribellione contro il conformismo morale e la routine familiare.

Nonostante la tentazione di fuggire con il suo amante a Venezia, Valeria rinuncia per non perdere il poco valore che la sua vita ha avuto.


Una casalinga schiacciata tra il ruolo di moglie e madre

Avrebbe potuto essere una classica storia di famiglia, con i suoi tradimenti e le infelici deviazioni dimenticate, ma diventa uno studio straziante raccontato dalla stessa protagonista, una casalinga quarantenne del secondo dopoguerra schiacciata tra i ruoli di moglie, madre e impiegata.

Ciò che scrive tra sentimenti e osservazioni le rende difficile ignorare il suo malcontento: il gelo che prova nel suo matrimonio, i suoi impulsi bellicosi verso i figli, il senso di colpa e il piacere che trova nel suo lavoro. 

Scopre anche che la sua visione idealizzata della famiglia è solo un mito, poiché i suoi figli seguono percorsi diversi e il marito è deluso dalla vita che ha scelto. 

"Sempre più mi convinco che l’inquietudine si è impossessata di me dal giorno in cui ho comperato questo quaderno: in esso sembra nascosto uno spirito maligno, il diavolo.

Tento perciò di trascurarlo, lasciarlo nella valigia o sull’armadio, ma non basta. E anzi, quanto più sono legata ai miei doveri, quanto più il mio tempo è limitato, tanto più il desiderio di scrivere diviene mordente". 


Il quaderno della discordia

Valeria giura più e più volte di distruggere il quaderno, ma la sorte di questo quaderno nero conta poco.

Le reazioni ai fatti che annota la portano a conoscersi ogni giorno più intimamente: "Forse vi sono persone che, conoscendosi, riescono a migliorarsi; io, invece, più mi conosco e più mi perdo". 

Per certi versi quando apre il quaderno si compiace della sua scrittura sobria e piegata da un lato.

Prima di riprendere il grigiore quotidiano, brucia il diario per proteggere la sua immagine di madre perfetta. Le sue giornate future, pensa, saranno, come quelle pagine, bianche, lisce, fredde.

Nessuno dovrà mai sapere quali sono stati i suoi pensieri segreti, i suoi sentimenti veri, perché un giorno alla sua morte possa rimanere di lei soltanto il bel ritratto, falso, e il figlio possa dire quello che ognuno dice della propria madre: «era una santa ». Rimarrà solo, attorno, un lieve odore di bruciato.

In realtà la scrittrice sembra giocare con il punto di vista tra la definizione di "quaderno" e "diario", scrive nella prefazione Nadia Terranova: 

"...ci sarà un motivo se il libro che abbiamo fra le mani si chiama “quaderno”, qualcosa di diverso da un diario, di meno pubblico di un romanzo. 

Fin dalle prime righe, Quaderno proibito si presenta come un’incursione impudica dietro le quinte di una vita esteriore cui la protagonista si sforza per tutto il tempo di aderire mentre noi, da spettatori, prendiamo posto per assistere alla lotta fra un’interiorità segreta, violenta, e una facciata tiepida, rassicurante." 


L'autrice, il rilancio e i quaderni neri


Nel 1958 si trovava a Parigi e in una lettera si lamentava che i quaderni neri che lei usava per scrivere, non si trovavano facilmente, Céspedes usava spesso per i propri diari dei quaderni neri, come quello acquistato da Valeria in Quaderno proibito. Questi diari sono conservati nel Fondo Alba de Céspedes della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. 

Alba de Céspedes y Bertini (1911-97) nacque a Roma, figlia di un diplomatico cubano e di sua moglie italiana. Suo nonno contribuì a guidare la lotta per l'indipendenza di Cuba e ne fu il primo presidente, lei mantenne vivo l'impegno politico della sua famiglia, spesso entrando in conflitto con il regime fascista italiano.

Il governo dell'epoca metterà al bando alcuni suoi romanzi, tra cui “Nessuno torna indietro” che, pubblicato nel 1938, difesa dal suo editore divenne un best seller e fu ampiamente tradotto. La scrittrice venne incarcerata due volte per attività antifasciste. 

Per anni curò  una popolare rubrica di consigli, affrontando questioni su matrimonio, infedeltà e amore, indirizzando i lettori verso una moralità più moderna, oggi si direbbe femminista, sottolineando l'uguaglianza delle donne. 

Troppo spesso etichettata come scrittrice di "letteratura rosa", la scrittrice con giusto risentimento rivendicava invece il riconoscimento critico del valore letterario e innovativo della sua scrittura, 

È da poco la notizia che i diritti dei libri della scrittrice saranno venduti in 23 paesi. Fiammetta Giorgi, responsabile diritti della casa editrice Mondadori definisce: «È una scrittrice caratterizzata da un femminismo straordinariamente attuale, a partire dalla riflessione su come le donne si trovino talvolta ingabbiate in ruoli che non le rappresentano completamente. Questo è stato ben percepito all’estero».



quaderno proibito cover


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Titolo: QUADERNO PROIBITO

Autore: Alba de Cespedes

Editore: Mondadori

Anno: 2024 ristampa

Pagine: 264


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