22 ago 2017

 

La donna di trent’anni – Balzac. Ritratto di una donna delusa ma desiderata

Una storia d'amore fra delusione e disillusione di una giovane sposa privata del diritto di emancipazione e del piacere



Ne La donna di trent'anni o La trentenne, lo scrittore francese Honoré de Balzac, ci racconta la storia di Julie d'Aiglemont, una donna con un matrimonio socialmente desiderabile e persino brillante, ma sbagliato, che la porterà alla rovina. Julie da giovane madre proverà a resistere di fronte a una forte passione adultera, poi in tutto il suo splendore della maturità, ritroverà il gusto dell'amore, ma questo sarà interrotto dalla punizione finale in un tragico destino.

Ivan Kramskoy - Portrait of a Woman (1867)



La nostra Julie ci appare nel 1813 giovane e innamorata di un brillante colonnello di cavalleria, suo lontano parente, Victor conte d'Aiglemont. Lei non avrà idea che dopo un anno questo diventerà un matrimonio doloroso. Il padre della giovane, che conosce a fondo la delicata creatura cercherà di opporsi alla grossolanità di Victor. Ma invano. Pochi mesi dopo, i due sono già sposati. L'incompatibilità fra i due caratteri diversi si rivelerà più avanti, complicata da una certa insofferenza che intaccherà la fragile costituzione fisica della donna.

"Come la maggior parte dei mariti che si sentono soggiogati da uno spirito superiore, il marchese salvava il suo amor proprio facendo derivare dalla fragilità fisica anche la debolezza morale di Julie, che si divertiva a compiangere, mentre si chiedeva perché la cattiva sorte gli avesse dato in sposa una ragazza malaticcia. Insomma, si considerava la vittima, mentre era il carnefice. La marchesa, oppressa da tutto il dolore di una esistenza del genere, doveva per di più sorridere al suo inetto padrone, ornare di fiori una casa in lutto, e mascherare di gioia un viso reso pallido dalle pene segrete".

Mentre il suo amore per il marito si spegne, una fiamma si accende per un giovane lord inglese. Arthur Ormond, amore a cui lei resiste con tutte le sue forze, provocando una serie di incidenti. Arthur però pagherà con la vita l'onore di Julie.
Ritroveremo Julie a trent'anni, ancora bella e attraente, rassegnata ormai anche alle isolate infedeltà del marito, disposta a trattarlo solo come un buon amico, alleata della nuova fortuna politica e mondana di lui.
Ancora una volta troverà consolazione in un nuovo amore con meno ideali del primo:  il diplomatico Charles de Vandenesse, dal quale avrà un figlio. Un rapporto punito drammaticamente dalla morte del piccolo e dalla fuga di un altra figlia, Hélène, con un assassino, insieme ad altre vicissitudini drammatiche successive. 

"La marchesa, a trent’anni, era bella anche se fragile di aspetto e delicatissima. La sua maggiore attrattiva veniva da un’espressione calma che rivelava una sorprendente profondità spirituale...Se lanciava sguardi intorno a sé, lo faceva con un movimento triste, come se riservasse il fuoco dei suoi occhi a contemplazioni segrete. Perciò ogni uomo superiore si sentiva stranamente attirato da quella donna mite e silenziosa"

La donna di trent'anni, non pare un romanzo di Balzac tradizionale. Nell'idea dello scrittore come Scene della vita privata, intende mettere in evidenza i caratteri delle donne sposate nei primi anni del XIX secolo. Questo spiega la composizione di questo libro costruito come un mosaico da sei diverse scene che saranno via via unite come i capitoli di un romanzo. Una storia di delusione e profonda disillusione di una giovane sposa, privata del diritto di emancipazione e del piacere.


Illustrazione di Adrien Moreau per l'edizione inglese 
de La donna di trent'anni 

Balzac aveva avuto una sorella, Laurence Balzac, morta a 23 anni in miseria e dolore dopo un matrimonio, in apparenza brillante ma infernale, con il nobile Armand Désiré Montzaigle (il modello del cattivo del romanzo Aiglemont). Poco prima del matrimonio la madre di Balzac inviò una lettera a Montzaigle dove confermava che la figlia non era mai stata toccata da un uomo, era priva di qualsiasi malattia, e la sua salute era perfetta.
Tutto il contrario del futuro marito: giocatore incallito e donnaiolo. Presto la coppia, con due figli a seguito, si impantanò fra debiti e pignoramenti e la giovane donna malata morì abbandonata e senza un soldo. Laurence Balzac è sepolta al Père-Lachaise di Parigi.



La donna matura ancora desiderabile


Lo scrittore aveva "inventato" la donna di trent'anni - scriverà Charles-Augustin de Sainte-Beuve - una della "scoperte più vere nell’ambito del romanzo intimo. La chiave del suo immenso successo era tutta in quel primo capolavoro. Le donne gli perdonarono poi molte cose, e gli credettero sulla parola, ad ogni nuovo incontro, per avere così ben azzeccato, una prima volta.".
Come indicato nel capitolo centrale del romanzo, Balzac insiste particolarmente su questo periodo dei trenta, quando la donna ha raggiunto l'apice della femminilità. Una donna adulta, ma matura; più ricca, più interessante della ragazza o della sposa giovane.


Nel XIX secolo, l'età di trent'anni non era affatto banale perché in realtà significava per una donna la fine della sua giovinezza spensierata. Come Julie - l'eroina del romanzo - a trent'anni, una donna era generalmente sposata, con la famiglia a cui pensare, e il suo futuro era spesso senza sbocchi. Questa donna doveva, seppure ancora nella pienezza del suo fascino, concentrarsi esclusivamente sui suoi doveri coniugali e nell'educazione dei figli, a parte forse, in alcuni ambienti della borghesia o dell'aristocrazia, dove aveva l'opportunità di "continuare a vivere".


Balzac ci mostra questo quando organizza un incontro commovente tra la vecchia contessa Listomère-Landon e la giovane sposa Julie d'Aiglemont. La contessa era probabilmente a suo tempo una donna "evoluta", lei vedrà la profonda disperazione di Julie e il suo vero "disincanto".


Illustrazione di Adrien Moreau per l'edizione inglese 
de La donna di trent'anni 

Le trentenni di Balzac sono creature dalla maturità autunnale, deluse dalla vita e dall’amore, che non hanno più nulla da attendere per sé stessi, vedono la felicità nel fatto di essere ancora una volta desiderate, nel poter essere ancora compagne e consolatrici. 

Sposando Aiglemont, uomo insensibile, rozzo, senza fede, giocatore, povero e maleducato, Julie rinuncerà ai suoi sogni di ragazza romantica che non gli hanno dato la felicità come sperato.
La Contessa, "una di quelle belle vecchie signore dal colorito pallido e dai capelli bianchi", un personaggio delicato e simpatico, cercherà di aiutare questa giovane donna proponendo di convertirla alle dottrine monarchiche dell'epoca di Luigi XV con alcune ricette efficaci per "frenare" il nipote bifolco, ma purtroppo la sua morte prematura interromperà questi bei progetti.

Cambiano i tempi ma "la donna di trent'anni o la trentenne", rimane oggi un mito che non ha perso tutta la sua verità. Oggi, la moglie di trent'anni è diventata la moglie di quarant'anni e a volte di più. Ma alcune idee sono tuttora valide affrontando regolarmente la questione della libertà delle donne "di una certa età", e soprattutto della loro libertà sessuale, il diritto al piacere e la realizzazione personale.
Lo stesso Balzac verrà attratto nel corso della sua vita da donne più grandi di lui.
«La donna di quarant’anni farà tutto per te; quella di venti, nulla».

Charles de Bernard amico di Balzac qualche anno dopo sull'onda del successo del libro di Balzac pubblicherà un romanzo dimenticato intitolato La Femme de quarante ans (La donna di quarant'anni) ma questa è un altra storia.



Balzac e Flaubert

Balzac scrisse La donna di trent'anni o La trentenne fra il 1829 e il 1842. La tempistica della pubblicazione è difficile da rintracciare in quanto Balzac ha costantemente modificato il testo, tagliandolo in frammenti o racconti pubblicati su riviste, prima di raccogliere il tutto sotto il titolo definitivo nel 1842. Lo scrittore morirà nel 1850. 

Non si può fare a meno di pensare al personaggio adultero della Bovary. Qualche anno dopo, nel 1857, un 36 enne di nome Gustave Flaubert pubblicava con un certo scandalo Madame Bovary, probabilmente ispirato da questo romanzo, anche se raccontava un fatto realmente accaduto.

Se da una parte Flaubert ammirava Balzac "era un uomo forte e che aveva assolutamente capito il suo tempo. Lui, che aveva così ben studiato le donne, è morto appena si è sposato, e quando la società che conosceva ha cominciato a dissolversi" (lettera a Louis Bouilhet 1850), dall'altra come giovane alla ricerca di una nuova forma letteraria lo disprezzava "Che uomo sarebbe stato Balzac se avesse saputo scrivere! Non gli è mancato che questo. Un artista dopo tutto non avrebbe fatto tanto, non avrebbe avuto quell’ampiezza" (a Louise Colet 1852).

Se il realismo di Balzac risulta più immaginario o visionario, quello di Flaubert appare più rigoroso e razionale tanto che la Bovary gli costerà una condanna di oscenità, e poi l'assoluzione .



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