24 mag 2017

 

Per te morirei e altri racconti perduti – F. Scott Fitzgerald

I racconti inediti dell'autore del Il grande Gatsby, rifiutati dalle riviste perché considerati troppo cupi e realistici


Lo scrittore americano Francis Scott Fitzgerald ha prodotto la maggior parte dei suoi lavori migliori intorno agli anni '20, da Di qua dal paradiso, Belli e dannati, a Il grande Gatsby.
Per te morirei pubblicato da Rizzoli raccoglie 18 storie inedite scritte per la maggior parte fra il 1932 e il 1939  in un periodo difficile della sua vita fra il ricovero della moglie Zelda in costose cliniche psichiatriche, e lo scrittore stesso assediato da pressioni finanziarie, alcolismo, e salute cagionevole. La stella di Fitzgerald aveva perso il suo splendore e queste storie rispecchiavano la sua disperazione.

F. Scott Fitzgerald 1921




I racconti contenuti in questa raccolta - curati da Anne Margaret Daniel e tradotti da Vincenzo Latronico - si soffermano su vicende di divorzio e disperazione; la solitudine di lunghe giornate di lavoro; giovani cui la Grande Depressione (1929) impedirà di frequentare scuole o trovare un lavoro;  vicende dove il sesso è presente con o senza nozze riparatrici dove la povertà schiacciava la città di New York, città che Fitzgerald amò profondamente e della quale colse ogni punto di vista fra superficialità e immoralità.

"Incanutito e appesantito, di questi tempi F. Scott Fitzgerald è considerato uno degli autori più difficili con cui un editor possa trovarsi ad avere a che fare. È il simbolo letterario di un’era – l’epoca della nuova generazione – perciò gli editor continuano a pretendere da lui storie di universitari galanti che, con la fiaschetta di gin nascosta sotto la giacca, sfrecciano in macchina a notte fonda e finiscono catapultati attraverso il parabrezza insieme alle loro giovani dame. Anche il pubblico si è abituato a questo Fitzgerald. Invece, con il passare degli anni, lui ha imboccato una strada più seria. È maturato, questo è il termine corretto. Perciò vuole anche scrivere in modo più maturo. E se non gli sarà permesso, lui smetterà di scrivere, punto e basta."
O.O. McIntyre, rubrica New York Day by Day, 1936

Molti di questi scritti sono stati respinti dalle stesse riviste che avevano sfruttato il nome dello scrittore per anni. Altri sono stati persi negli archivi, altri ancora conservati come parte di cause perse. Fitzgerald spesso esitava davanti ai suggerimenti dei redattori per tagli o riscritture, preferendo quello che, sperava, sarebbe stato un lavoro molto più redditizio a Hollywood come sceneggiatore.

Alcuni direttori delle riviste più popolari, rivolte al grande pubblico, per certi versi avevano ragione, non era più lo scrittore di storie di giovani e ricchi che avevano fatto il suo successo, queste ultime storie diventavano sempre più cupe e profonde. Solo un editor Arnold Gingrich della rivista Esquire negli ultimi due anni di vita di Scott acquistò i racconti «comici» della serie di Pat Hobby. Disavventure di uno sceneggiatore a Hollywood,  con un compenso più basso del solito.  
A Gingrich piacquero le avventure di Pat – un americano di origini irlandesi, sceneggiatore fallito e alcolizzato – tanto che chiese a Fitzgerald di trasformarle in romanzo, ma altri racconti che trattavano tematiche angoscianti, come giovani preoccupati di avere contratto qualche malattia sessuale o di gravidanze illecite,  li respinse.

Gran parte di questi scritti sono ambientati in un periodo drammatico in cui l’America e il mondo intero erano precipitati nella Grande Depressione, lo stesso Fitzgerald aveva subito una caduta, tormentato da problemi finanziari e di salute, andava e veniva fra Baltimora – dove lui e Zelda si erano stabiliti insieme alla figlia Scottie – e i sanatori della Carolina del Nord. 


Nel 1930, durante un viaggio in Europa, Zelda ebbe un crollo nervoso, poco dopo venne ricoverata in una clinica psichiatrica a Baltimora. Da allora avrebbe trascorso il resto dei suoi giorni, e della vita di Scott, rimbalzando tra diversi istituti. Le cliniche e gli ospedali privati erano costosi, e Scott doveva lavorare a un ritmo sostenuto per riuscire a pagarne le parcelle.
Poi anche la sua salute si aggravò e a dispetto del timore di una recidiva della tubercolosi che gli era stata diagnosticata da giovane, egli  continuò a fumare e bere.

In una lettera a Zelda il 23 ottobre del 1940, pochi mesi prima della sua morte per un attacco di cuore a 44 anni, Fitzgerald scrive tristemente :

"È strano che il mio vecchio talento per i racconti sia svanito. Forse è dovuto ai tempi che sono cambiati, i redattori sono cambiati, ma parte di esso è stato legato in qualche modo a te e a me, una fine felice".


Il primo racconto di questa raccolta, Il «pagherò» (1920) è uno dei primi degli esordi una satira sul mondo editoriale dove il personaggio di un editore parla in prima persona "...Faccio l’editore. Pubblico romanzi torrenziali sul primo amore scritti da vecchie zitelle del South Dakota, e polizieschi pieni di uomini di classe e ragazze Apache con «occhi neri come la notte», e saggi su questo o quest’altro pericolo epocale o sul colore della luna a Tahiti, firmati da professori universitari o da altri disoccupati. Non pubblico romanzi di autori sotto i quindici anni". 

Anche se non pubblicato in vita Il «pagherò» finì dimenticato, "restando di proprietà dei curatori del Fitzgerald Estate fino al 2012, anno in cui la biblioteca Beinecke dell’università di Yale acquistò manoscritto e dattiloscritto per 194.500 dollari" . Troppo tardi per aiutare il povero Scott.


Le donne di casa (1939) e Un saluto a Lucy ed Elsie (1939) furono scritti in un momento di breve felicità  in cui trovandosi a Hollywood lo scrittore aveva smesso di bere e lavorava assiduamente a un nuovo romanzo rimasto poi incompiuto e pubblicato postumo con il titolo  Gli ultimi fuochi

Gli altri racconti vedono  giovani che vivono giornate di intensa vivacità fra notti di conquiste e mondanità; mariti e padri trentenni dove la malattia della moglie ha improvvisamente cambiato la loro vita in un mondo di medici e ospedali; uomini alle prese con malattie e ristrettezze economiche, in cerca di una nuova rinascita. 

In molte di queste storie appaiono forti personaggi femminili, o giovani donne in cerca di uomini giusti. Il racconto Fuorigioco (1937) è "un tentativo di Fitzgerald di sfornare quello che definiva «un prodotto identico» – il genere di storia che il pubblico pretendeva ancora da lui". Fra tradimenti, menzogne, sesso e corruzione vediamo Kiki una ragazza bionda dagli occhi azzurri attratta da una discutibile star del football di Yale dopo che il fidanzato l'ha lasciata.

La famiglia Fitzgerald in un momento felice

Il racconto che dà il titolo alla raccolta Per te morirei (1935-36) vede il personaggio di Carley Delannux, un uomo sinistro e destinato a una fine tragica, dove risuonano molte eco de Il grande Gatsby. Un uomo che «si lasciava alle spalle una scia di corruzione», una storia di un suicidio di cui nessuno si aspettava e che fece il giro di molte riviste.  " «A me Per te morirei è piaciuto, ma temo che venderlo sarà dura " - gli scrisse il suo agente - Il “Post”, “American”, “McCall’s”, “Cosmopolitan” e “Red Book” hanno tutti declinato ... Mi sembra di capire che uno dei problemi sia la minaccia del suicidio che attraversa tutto il racconto… ". 

Lo scrittore si rifiutò di modificare il racconto  e quindi rimase inedito. Ambientata nei paesaggi montuosi della Carolina del Nord, la vicenda è molto cupa. Proprio durante un soggiorno nella Carolina del Nord,  Fitzgerald tentò il suicidio. Lo riferì l'amica/segretaria Martha Marie Shank,  che conservava i brandelli di carta su cui lo scrittore appuntava pensieri e scene, lui stesso confidò l’episodio agli amici più intimi. 

"Nel 1936, dopo una stroncatura del reporter Michael Mok, uscita sul «New York Post» giusto in tempo per il suo quarantesimo compleanno, Fitzgerald prese una massiccia dose di farmaci. Lo raccontò a Ober in una lettera di ottobre: «Mi ero impadronito di un flacone di morfina, e ho ingerito quattro granuli, sufficienti ad ammazzare un cavallo. Invece erano troppi, e quasi prima di raggiungere il letto ho rigettato tutto, è entrata l’infermiera, ha visto il flacone vuoto e per un po’ l’ho pagata cara e poi mi sono sentito un imbecille. Se mai dovessi imbattermi nel signor Mock [sic] risolverò la cosa nel modo più spiccio e immediato possibile. Non dirlo a Perkins». Fu molto esplicito anche con John Biggs Jr., un amico dai tempi di Princeton e suo avvocato: «Avevo passato un periodo bruttissimo in Carolina, e con il Natale che mi è toccato [a Baltimora nel 1935] ho giocherellato parecchio con la trentotto»" 

Il valore di questo libro, non consiste tanto nelle sue storie, talvolta frammenti assemblati o scene di un film nella sua affascinante ricercatezza letteraria, accresciuta da fotografie inedite dello stesso Fitzgerald, presenti fra i vari racconti, tra cui una dove fa delle strane smorfie in una cabina fotografica, oppure con un cane in braccio sullo sfondo del Colosseo a Roma,  Per te morirei  è un tesoro sia per gli appassionati di Fitzgerald, che per gli aspiranti scrittori, racconti che si aggiungono a quelli più noti dell'Età del Jazz  a completare la sua opera. 
"Salgo verso il nulla, o forse verso una vita di miseria e infelicità, una vita piena di altri Carley" .


L'autore 

Francis Scott Key Fitzgerald (1896 - 1940) è stato un romanziere americano le cui opere esplorano la cosiddetta Età del Jazz. In vita ebbe un successo limitato, ma oggi è considerato uno dei più grandi scrittori americani del XX secolo. Esponente della Generazione perduta, amico di Ernest Hemingway scrisse quattro romanzi: Di qua dal paradiso (1920), Belli e dannati (1922), Il grande Gatsby (1925) Tenera è la notte (1934), insieme a un quinto romanzo incompiuto pubblicato postumo Gli ultimi fuochi (1941). Fitzgerald pubblicò anche quattro raccolte di racconti e altre centinaia di storie pubblicate in riviste durante la sua vita. 


Il libro



Francis Scott Fitzgerald
e altri racconti perduti
Rizzoli 2017 
464 pagine 


























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