Un castello medioevale solitario, arroccato fra le alte vette e le pinete dell' Alta Savoia trasformato in ospedale psichiatrico, bizzarri pazienti che sembrano normali, avvenimenti insoliti con strani riti che si celebrano di notte, una giovane dottoressa che cercherà di scoprire oscure realtà. Io ti salverò di Francis Beeding può essere considerato un gotico moderno che appassiona fino all'ultima pagina.
Costance Sedgwick è una ventiseienne appena laureata a cui viene offerto un lavoro alla clinica psichiatrica dello Chateau Landry, un antico castello incastonato fra le montagne dell'Alta Savoia che era riuscito a resistere alla furia distruttrice di Richelieu. Siamo verso la fine degli anni '20 nel pieno degli studi psicoanalitici di Freud e delle malattie mentali. Lo Chateau Landry casa di cura per deficienze mentali, occupava un posto importante nella storia di queste patologie. "Specialisti del trattamento di psicosi di ogni genere arrivavano da tutta Europa per visitarlo e inchinarsi ai piedi del suo direttore."
I pazienti venivano scelti con scrupolosità e i casi clinici dovevano occupare l'attenzione del dott. Edwardes, direttore dell'istituto, quindi avere interesse scientifico, ma naturalmente questi studi erano costosi perciò - oltre a casi clinici unici - i pazienti dovevano essere ricchi e nella carriera del dottore c'erano stati diversi casi di benestanti malati che altrimenti avrebbero occupato un seggio nella Camera dei Lord.
Costance riceverà una lettera dal dott. Edwardes, amico del padre, per fare un esperienza diretta di sei mesi nella clinica, egli non sarà presente essendo impegnato, ma ci sarà un certo dott. Murchinson un inglese che nessuno ha mai visto. Durante la traversata dall'Inghilterra verso la Francia si troverà a disagio fra la folla a Calais e i controlli alla dogana, dove gli verrà perquisita la valigia da un impiegato zelante con uno sguardo equivoco mentre frugherà fra la sua biancheria intima di seta. Costance aveva sempre provato un misto di disprezzo e pietà per gli uomini che gli avevano fatto delle avances, ma detestava istinti animaleschi, per lei gli uomini erano impulsivi senza alcun filtro, incapaci perciò di nascondere le emozioni.
Durante il tragitto in questo luogo ameno e sinistro accompagnata da un autista assisterà a un funerale, in precedenza durante il trasferimento di un paziente verso la clinica c'era stato un omicidio, il guidatore che portava il paziente era stato ucciso dallo stesso degente e gettato in un burrone e il malato poi ricondotto nel castello. Nel corteo funebre farà la conoscenza del dott. Murchinson.
Arrivata di fronte al castello alcuni segni premonitori si prospettano: una donna, forse una contadina, la inviterà a non entrare, sillabando in un francese stretto che la notte precedente una roccia era divenuta rossa, un antica roccia bianca era stata vista rigata e macchiata di rosso, forse sangue. Costance penserà che la donna abbia qualcosa che non va, ma comunque entrerà nel castello che al calar del sole "sembrava un ombra nera accovacciata fra le tenebre".
Alcune strane regole valgono in quel luogo dove il cancello può essere aperto solo dallo studio del dott. Edwardes - ora occupato da Murchinson - e riguardo alla servitù, era libera di uscire ma non dopo il tramonto. Gli abitanti del paese vicino d'altronde cercavano sempre di evitare lo Chateau Landry e le zone intorno, e non si avventuravano mai nel bosco di notte perché circolavano strane voci su uno spirito malvagio, e poi riti misteriosi sembravano essere praticati tra i boschi del castello.
Costance incontrerà sia i medici che i bizzarri pazienti della clinica e ce ne sarà uno in particolare sempre misteriosamente rinchiuso nella sua stanza sotto effetto di sedativi: il signor Godstone che ha degli strani tatuaggi sulle piante dei piedi. Costance si innamorerà del dott. Murchinson ma troverà nel vecchio farmacista della clinica, il dott. Deeling, una valida guida sugli strani fatti che accadranno nel castello, scoprirà da lui - studioso dell'argomento - che "nel 1848 i satanisti francesi presero l'abitudine di tatuarsi una croce sotto le piante dei piedi per insulto contro Dio" e l'onorevole Godstone sembra essere uno di loro. Ma anche il dott. Murchinson non pare essere quello che sembra.
Io ti salverò (The House of Dr. Edwardes ) uscì in Inghilterra nel 1927. L'autore Francis Beeding era lo pseudonimo degli scrittori inglesi John Leslie Palmer (1885-1944) e Hilary Aidan St. George Saunders (1898-1951) autori di diversi romanzi usciti tra gli anni venti e quaranta. Questi scrittori cercarono di portare nella loro narrativa di genere - in specie spionistica o gialla - elementi di alta letteratura inserendo citazioni, come in questo caso, da Shakespeare, Keats, Webster, Shelley, Marlowe, Wilde, caratterizzando alcune parti del racconto.
In questo avvincente romanzo - staccandosi dai loro gialli - gli autori affrontano l'eterna lotta fra il bene e il male con elementi tipici delle atmosfere dei romanzi gotici del XVIII secolo, con pagine ricche di suspense ed enigmi fino all'epilogo finale.
Il libro esce per la prima volta in italiano proposto dal Saggiatore nella collana “La letteratura secondo Hitchcock” dove sono già usciti Psycho di Robert Bloch e Marnie di Winston Graham.
Immagine dal film Io ti salverò di A. Hitchcock (1945) |
● Il film di Hitchcock
Nella postfazione curata da Vittorio Lingiardi e Guido Giovanardi, viene data un illustrazione della trasposizione cinematografia. Dove gran parte del successo del romanzo venne dato dal film che ne trasse Alfred Hitchcock nel 1945 (Spellbound).
In cerca di una trama sulle possibilità curative della psicoanalisi il regista comprò di tasca sua i diritti del romanzo per poi rivenderli al produttore David O. Selznick il quale era in analisi da una psicoterapeuta da alcuni anni. Il regista però fece un cambiamento trasferendo la possessione demoniaca del personaggio in una sorta di tormento per una colpa. Frase che fa recitare a Gregory Peck protagonista nel film « Sono posseduto, ma non so di cosa».
Il dottore pur essendo sempre centrale come ladro di identità, con l'affascinante Ingrid Bergman nella parte di Costance, viene spogliato delle croci tatuate, e altri elementi sulfurei, verso i comportamenti imprevedibili di un paziente traumatizzato. Inserendo - per dare maggior rilievo - una famosa sequenza onirica con la collaborazione di Salvator Dalì : «Volevo Dalì per le sue architetture spigolose e aguzze...i volti senza forma», disse il regista, mentre una frase in sovrimpressione all'inizio spiega «...Una volta che i complessi che hanno disturbato il paziente vengono scoperti e interpretati, la malattia e la confusione scompaiono...e i demoni della sragione vengono scacciati dall' anima umana».
Il libro
Francis Beeding
Ricordo Gregory Peck che ha una crisi vedendo le linee sulla tovaglia, fatte con una forchetta.
RispondiEliminaCristiana
Si infatti nel film viene tolto l'elemento luciferino,le messe nere nel romanzo, per evidenziare l'aspetto psicologico di un uomo che soffre di fobie traumatiche
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