18 dic 2023

 

Gli altri. Simenon alle prese con un romanzo familiare

Un insegnante d'arte quarantenne sta scrivendo un diario. La morte di uno zio e il ritorno inaspettato di un cugino lo portano a riflettere sulla sua vita.

Gli altri è un inedito romanzo psicologico di Georges Simenon, scritto in forma di diario da parte del protagonista; dopo la morte dell'anziano e ricco zio Antoine c'è una cospicua eredità da assegnare ai vari eredi. 


giardino invernale


Il ricco zio Antoine muore alla vigilia di Ognissanti prendendo una dose eccessiva di barbiturici. La stessa notte la giovane moglie ninfomane Colette, dopo averlo trovato senza vita, tenta il suicidio gettandosi dalla finestra. Nello stesso tempo Édouard, cugino del narratore, torna nel gregge familiare dopo molti anni di abbandono. 

Blaise Huet è il narratore della storia, redatta in forma di diario, riprendendo un romanzo autobiografico scritto tre anni prima che era stato rifiutato dagli editori. Intorno alla storia ruotano vari personaggi di cui il lettore può avere difficoltà a prendere in considerazione. 

In un certo qual modo la morte del vecchio Huet riunisce i familiari che si interrogano sulla futura eredità e sulla lussuosa casa di Quai Notre Dame.     

Lo zio Antoine era un giurista di 72 anni, emerito e riconosciuto, un notabile influente in città, tanto che al suo funerale parteciperanno le alte cariche della cittadina. 

Non aveva avuto figli, patriarca di una famiglia che sottostava alla sua devozione. I suoi nipoti li ospitava solo nel suo studio, fino ad allora stavano sotto il peso di un unico uomo. Ora si interrogano sulla nuova situazione economica determinata dalla sua scomparsa. 

Lo zio era sposato con Colette, una ninfomane piuttosto nevrotica corteggiata dal dottor Jean Floriau, marito di Monique Huet, nipote di zio Antoine. Toccherà al dottore farla ricoverare con estrema facilità. 

Dal martedì, vigilia di Ognissanti, al funerale e all'apertura di un testamento, vediamo le speranze e i calcoli di ciascuno, narrati dal punto di vista di Blaise, il quale osserva tutto questo con uno sguardo straniante, forse oltre ad essere speculativo, ironico e indifferente, sembra avere un conto in sospeso con la propria esistenza, un dilemma che lega la sua vita a quella di zio Antoine. 

Blaise è insegnante di disegno, sposato con Irene, una moglie superficiale che lo tradisce con un altro. Lui non di meno se la spassa ogni tanto con la domestica. 

Poi c'è Lucien Huet, diverso dal fratello narratore, molto devoto, si interrogherà se è il caso che un suicida abbia funerali religiosi. Lucien era sopravvissuto al campo di concentramento di Buchenwald, denunciato in forma anonima dal fratello Edouard per via della partecipazione alla Resistenza. 

Edouard era noto per le sue capacità seduttive, la sua eleganza e i baffetti sottili,  il suo ritorno  porta un certo scompiglio: ora sembra quasi un vagabondo. Ha sperimentato molti progetti irrealizzabili conclusi sempre con un fallimento. Torna timidamente dalla moglie Marie, che ha lasciato ma che lo ama ancora. Per la famiglia è come la pecora nera. Sarà la moglie a convincere Blaise a parlare con Lucien affinché lo perdoni del suo passato. 

Edouard, è anche il maggiore degli Huet, lui guiderà gli altri in lutto al funerale dello zio Antoine. Poco dopo dal notaio ognuno avrà la sua parte di eredità. Il vecchio Antoine, fedele a una promessa fatta a sua madre, lascerà i suoi beni agli unici portatori maschi del nome di suo padre. 

Il tutto accompagnato dallo guardo discreto ma acuto di Blaise, con frasi brevi ma significative, con l'accumulo di piccole cose che compongono la grandezza o la decadenza di una vita, raccontando a suo modo la sua famiglia, mettendo a nudo, tante piccole verità che, legate tra loro, formano quella che chiamiamo vita. 

L'ambiente familiare si presta a questo esercizio letterario, un "romanzo duro", atipico di Simenon, che sceglie la morte del personaggio più potente come catalizzatore per la generazione successiva. 

Evoca con molta convinzione un anonima città di provincia francese nel periodo grigio e piovoso della festività, con raffiche di vento che scuotono le imposte e fanno vibrare i vetri, mentre "gli alberi si piegano e nei viali rami spezzati si confondono con le foglie morte"  dove i personaggi vivono sotto il costante giudizio dei loro vicini, soffocati dall'uguaglianza, ma incapaci di scappare, anche se con un'ancora di salvezza.

Gli altri (Les Autres) venne pubblicato nel 1962, inedito in Italia esce ora per Adelphi. 


Curiosità

C'è una frase del libro che colpì molto la figlia di Simenon, suicidatasi nel 1978 a 25 anni.  Scrive il biografo Pierre Assouline: 

" (Simenon) Si sentiva anche in colpa per l’influenza perversa che certi suoi romanzi avevano forse esercitato su Marie-Jo. Fu a causa loro, in particolare dell’ultimo, Maigret e il signor Charles (1972), che lei aveva appreso dell’esistenza dell’armaiolo parigino Gastinne-Renette, dal quale si era procurata l’arma con cui si era uccisa. Fu ne Les Autres (1962) che lei aveva trovato una frase sulla quale non aveva mai smesso di meditare e che aveva fatto sua: «Ero troppo ambizioso per esserlo». 

La ragazza era angosciata, da tempo in cura,  da quello che riteneva il fallimento della sua vita, il non essere riuscita a diventare attrice. 

Lo scrittore si era ispirato qualche anno prima alle tristi vicissitudini della figlia, che aveva raccontato nel romanzo « La disparition d'Odile», pubblicato nel 1971, inedito in Italia. 

La protagonista di quella storia, un'infelice diciottenne afflitta dal « vizio assurdo » come la figlia, era fuggita di casa dirigendosi verso Parigi con l'intenzione di uccidersi. 

Nel romanzo Odile si era tagliata le vene, ma era stata salvata da un vicino di camera, uno studente in medicina. Nella realtà, Marie-Jo si è sparata al cuore, sola nel suo studio parigino, senza che nessuno potesse salvarla. 

Nelle  Memorie intime  lo scrittore inserirà una frase del libro incompiuto della figlia : 

"Riprendo una frase che tu hai scritto in Les autres, e che mi ha colpito: 

«Ero troppo ambiziosa per esserlo».

Capisci? Nonostante tutto il mio pessimismo, la mia depressione, pensavo di avere del talento, delle qualità che un giorno sarebbero venute alla luce.

... È da ieri sera, in clinica, che penso a questa lettera, ed ecco che non trovo più le parole e tutto quello che volevo dirti per l’ultima volta mi resta bloccato dentro!.." 



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Titolo: GLI ALTRI

Autore: Georges Simenon

Editore: Adelphi

Anno: 2023

Pagine: 145

Traduzione: Laura Frausin Guarino


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