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12 dic 2022

Piccole cose da nulla. Una tenera storia che affronta uno scomodo passato irlandese

Un romanzo breve sul dilemma di un uomo che ha l'opportunità di rompere il muro di silenzio che lo circonda. 

Piccole cose da nulla di Claire Keegan, editore Einaudi, è un romanzo breve finemente lavorato, come una parabola invernale natalizia, che racconta la storia di un semplice atto di coraggio e tenerezza, di fronte al conformismo, alla paura e al giudizio in un villaggio irlandese degli anni '80. 

magdalene

un' immagine delle Magdalene Laundry all'inizio del 1900



Siamo nel 1985 a New Ross, una cittadina portuale irlandese. È un periodo di crisi, molti sono fuggiti a Londra o in altre città per cercare lavoro. È pieno inverno, fa freddo e per Bill furlong il lavoro non manca dato che vende legna e carbone. Il fiume che attraversa la cittadina è scuro come birra e gonfio di pioggia, i bambini si tirano su i cappucci prima di uscire di casa per andare a scuola, mentre le mamme a stento osano stendere il bucato

Bill è stato cresciuto dalla madre nubile nella casa della sua datrice di lavoro, la signora Wilson, una ricca vedova protestante. Cresciuto come un outsider, preso in giro per il suo status di figlio illegittimo.

Ora a quarant'anni ha le proprie responsabilità familiari sotto forma di cinque giovani figlie e una moglie per le quali i suoi occasionali atti di generosità talvolta possono essere un vera minaccia per il loro precario benessere. 

Con l'avvicinarsi del Natale, Bill è molto impegnato con le consegne. Tra i suoi clienti c'è il convento locale, un luogo dall'aspetto possente. Le suore gestiscono una lavanderia e una scuola di formazione per ragazze. 

Le malelingue dicono in giro che non siano vere e proprie studentesse, ma ragazze di bassa estrazione, forse prostitute, che si stanno riformando, facendo penitenza lavando i panni sporchi della città.

Talvolta effettuando le consegne al convento, Furlong vede delle ragazze spaventate con le ginocchia a terra, senza scarpe che lucidano i pavimenti, con i capelli male tagliati come con delle cesoie. Ha l'impressione siano rinchiuse lì dentro contro la propria volontà. 

Una di loro, quando lo vede, lo pregherà di portarla a casa con sé, offrendosi di lavorare per lui, pur di fuggire da quel posto orribile. Ma prima che dica qualcosa la Madre Superiora lo allontana da quella scena. 

Turbato, si confiderà con sua moglie, ma lei dice di non interessarsi di quello che succede lassù. "Se vuoi andare avanti nella vita, ci sono cose che devi ignorare". E poi il convento è l'unica istituzione che paga le fatture puntualmente. 

Un giorno, poco prima di Natale, Furlong arriva la mattina presto al convento per portare legna e carbone, e apre la porta della carboniera per fare la sua consegna, ma con stupore trova una ragazza scalza e sporca. 

Da quello che vede sul pavimento con la torcia pensa che la ragazza non aveva passato solo una notte lì dentro al freddo, in mezzo ai suoi escrementi. Gli viene in mente di togliersi il cappotto e adagiarlo sulla ragazza spaventata che a malapena si regge in piedi, l'unica cosa che la ragazza riuscirà a dire è che era finalmente fuori da quel tugurio.  

Poi lei gli chiederà del suo bambino. La donna aveva un piccolo di quattordici settimane che le suore gli avevano portato via "ma adesso magari me lo lasciano allattare, se è ancora qui. Io non lo so dov’è." 

Intanto appare la Madre Superiora che cerca di minimizzare il tutto e porta educatamente Furlong in cucina offrendogli un dolce e una tazza di tè caldo. Cerca di normalizzare ciò che sa essere anormale, dicendogli che non aveva idea di come la ragazza fosse finita nella carbonaia, e darà una generosa mancia a Bill. 

Toccato da quella scena al momento non vuole affrontare questo problema, ma trova difficile distogliere lo sguardo come fanno altri. E mentre si fa strada per la città illuminata e animata dall'allegria natalizia, il suo passato riaffiora. Oltre a chiedersi chi potrebbe essere stato suo padre, pensa che se non fosse stato per la signora Wilson anche sua madre poteva finire in quel convento.

E che dire delle sue stesse figlie: come sarebbero trattate se rimanevano incinte fuori dal matrimonio?

Tali considerazioni riecheggiano nella sua mente, anche se ricorda il consiglio di sua moglie sul girarsi dall'altra parte. Eppure lo colpisce il fatto che a ciascuno nella vita vengano date delle possibilità che non si ripresenterebbero più. Avrà il coraggio di prendere una posizione questa volta ?


Piccole cose da nulla è un'opera di fantasia che medita su un cupo passato irlandese: l'ultima lavanderia Magdalene d'Irlanda gestita dalle suore ha chiuso i battenti solo di recente. 

Come viene spiegato in una breve nota finale, le lavanderie della Maddalena, le Magdalene Laundry, gestite per più di 200 anni da ordini religiosi, hanno sottoposto migliaia di giovani donne a lavori forzati, abusi fisici, rapimento di bambini e persino morti premature, l'ultima venne chiusa nel 1996. 

Nessuno sa quanti bambini sono morti in queste lavanderie e case, o quanti sono stati dati in adozione, poichè la maggior parte dei documenti è stata distrutta o resa inaccessibile.

Come case di lavoro penitenziarie erano abbastanza più severe delle carceri. Ciò contraddiceva la prospettiva percepita, secondo cui avrebbero dovuto riabilitare le donne invece di punirle. 

Il passato certo non lo si può cambiare ma è essenziale affrontarlo. Questo è  ciò che fa Claire Keegan in questo racconto tenero, condensato e compiuto. 




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Titolo: PICCOLE COSE DA NULLA

Autore: Claire Keegan

Editore: Einaudi

Anno: 2022

Pagine: 104

Traduzione: Monica Pareschi


Vedi anche il romanzo di Richard Roper 

QUALCOSA PER CUI VIVERE


   






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