Romanzo inedito di Simenon senza Maigret, la storia di un marito paranoico, una moglie severa e un' amante affascinante, il loro confronto con la realtà avverrà in una notte di bufera che cambierà per sempre la vita dell'uomo
La mano (ed. Adelphi) è un romanzo di Simenon inedito in Italia, pubblicato in Francia nel 1968, ma che racconta una vicenda ambientata negli Stati Uniti, quando lo scrittore vi abitò negli anni '50 per alcuni anni.
Nelle sue Memorie intime scriverà: "A fine aprile, non so perché, scrivo un romanzo «americano» sulla scorta di certi ricordi che risalgono all’epoca di Shadow Rock Farm. Il titolo che ho in mente sarebbe The Man on the Bench in the Barn, ovvero «L’uomo seduto su una panca nel fienile», ma questa traduzione non evoca le stesse immagini dell’originale, per cui in Francia il romanzo si intitolerà più semplicemente La main, titolo che mi soddisfa solo a metà."
Nella trama Ray e Mona Sanders trascorrono il fine settimana con i loro amici Donald e Isabel Dodd. Le due coppie vengono invitate a un ricevimento organizzato dai ricchi Ashbridge. Fuori nevica intensamente. Vagando per la casa Donald Dodd sorprende per caso in bagno la padrona di casa in effusione tra le braccia del suo amico Ray.
Questa scoperta lo infastidisce e lo turba allo stesso tempo. Pensa che la sua amicizia per Ray Sanders non sia così determinata come vorrebbe credere e che molte cose li separano. In realtà è geloso di lui. Ray è un uomo di successo, direttore di un'agenzia pubblicitaria messa molto bene finanziariamente. Questo gli vale il lusso di avere ogni tanto qualche avventura amorosa.
Donald invece crede che la sua vita grigia lo abbia fiaccato. Di rango sociale più modesto, pur esercitando la professione di avvocato, si sente legato al suo lavoro e alla moglie Isabel da cui soffre di una certa dipendenza. Non sarà mai uguale a Ray e la sua invidia si traduce in odio.
Un'opportunità per liberare i suoi sentimenti negativi arriva quando le due coppie lasciano la villa degli Ashbridge per tornare dai Dodd. Una violenta tempesta di neve ha bloccato l'auto sulla strada e gli amici devono camminare tra la neve alta fino alla fine del percorso.
All'arrivo Donald si rende conto che Ray non c'è. Forse si è perso nella bufera di neve e quindi si offre di andare a cercarlo, mentre le due donne si rifugiano in casa, dove il telefono e l'elettricità non funzionano a causa del maltempo.
La fatica, l'alcol, il risentimento che prova nei confronti di Ray, prendono possesso di Donald, che rinuncia presto alle sue ricerche. Si rifugia nel fienile seduto su una panchina rossa, fumando una sigaretta dopo l'altra, rimescolando frustrazioni e gelosie. Non gli importa più di aiutare Ray - che francamente odia - e si convince di essere partecipe della sua morte dato che il suo corpo non verrà ritrovato almeno fino alla fine della tempesta.
Dopo qualche ora Donald torna a casa sua e annuncia a Isabel e Mona che non ha visto né sentito Ray. In attesa del ripristino delle comunicazioni e dei soccorsi, i tre dormono fianco a fianco su alcuni materassi posti davanti al caminetto.
Attratto dalla bellezza di Mona in più occasioni Donald cerca di afferrare la mano di lei, che rappresenta per lui il simbolo supremo dell'affrancamento a cui aspira. Ma il coraggio gli manca.
Il giorno dopo vengono organizzate le ricerche e il corpo di Ray viene ritrovato ai piedi di una roccia dalla quale è caduto accidentalmente. L'ispettore di polizia fa le sue domande di routine, ma Donald pensa che intuisca qualcosa.
In questo romanzo psicologico narrato in prima persona dal protagonista Donald, vediamo rimorsi e paranoia che lo opprimono sia per la morte dell'amico Ray sia per la moglie Isabel che attraverso uno sguardo silenzioso lo fa sembrare colpevole di ogni cosa.
Dopo diciassette anni di matrimonio e due figlie, Donald sente di avere un senso di oppressione familiare pur avendo un buon lavoro.
Un Simenon diverso dal solito racconta questa storia: c'è un padre di famiglia che ha paura d'invecchiare e che parla delle sue figlie adolescenti, le quali ora cresciute non lo ascoltano, lo mettono in crisi, e piuttosto si volgono alla madre.
Con malinconia tenta di pensare al loro futuro, il primo amore, il rossore, un buon fidanzato, diventeranno madri profumando di pasticcini. La coscienza gli fa dire che pur dedicandosi per anni ai figli che diventano il fulcro di tutto, un bel giorno si ritrovano come perfetti estranei, come lui e il suo ottantenne padre direttore di un giornaletto che ormai non legge quasi nessuno.
Dopo la morte di Ray avrà una relazione con Mona. Le piace osservarla mentre si pettina e si trucca dopo aver fatto l'amore con lei, ma non la ama, è solo sesso, solo attrazione fisica. Lei è una donna dai capelli scuri, gli occhi verdi che fa pensare a una camera da letto.
Isabel invece con i lineamenti regolari gli appare fredda con un sorriso accondiscendente, e poi c'è il suo sguardo che lo mette sempre in imbarazzo e in soggezione, come sua madre, una donna calma e serena, ma che lo fa sentire in colpa.
Dopo l'annuncio di Mona che si vuole sposare con un altro uomo, Donald cade in una sorta di depressione paranoica, si sente ossessionato dagli sguardi degli altri, vede la fine dei pettegolezzi della relazione tra lui e l'amante Mona, che tutti conoscevano, perfino il suo vecchio padre, ma sua moglie Isabel non gli aveva mai rimproverato nulla, lo aveva lasciato fare. Lo aveva messo alla prova. Lei è buona e devota, ma per certi versi incomincia a odiarla.
Questa paranoia sulla moglie vista come una sorta di silenziosa madre frustrante è raccontata solo dal punto di vista del protagonista, ma in realtà il lettore non sa se lo sia veramente o è solo nella testa del narratore, tanto più che questa follia, questo tarlo, lo porterà a una tragica conseguenza.
D'altra parte non gli importa di essere rinchiuso in una clinica psichiatrica, dato che rinchiuso nel suo recinto lo è stato per tutta la vita.
Il libro consigliato
Titolo: LA MANO
Autore: Georges Simenon
Editore: Adelphi
Anno: 2021
Pagine: 172
Traduzione: Simona Mambrini
Ultimo Simenon ambientato negli Stati Uniti, scritto quando era già tornato in eutopa
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