Le scarpe citate sulle pagine di alcuni romanzi
Le scarpe, apparentemente oggetti comuni che indossiamo ai piedi, racchiudono un simbolismo complesso che coinvolge diversi aspetti della vita umana. Il simbolismo storico delle scarpe affonda le radici nelle antiche civiltà, dove le calzature avevano significati culturali e sociali. Di questo se ne è appropriato anche la letteratura.
Ad esempio, nel folklore cinese, il colore rosso delle scarpe simboleggiava fortuna e felicità, mentre nella cultura europea, le scarpe con i tacchi alti erano associate a ricchezza e status.
Le scarpe hanno storicamente rappresentato un indicatore di posizione sociale e ricchezza, riflettendo lo status di chi le indossa all'interno della società.
Per esempio, togliersi le scarpe può essere un segno di rispetto, specialmente quando si entra in uno spazio sacro. Nella Bibbia, le scarpe a volte simboleggiano servitù, umiltà o empietà .
Il simbolismo delle scarpe nell'arte e nelle metafore letterarie sono da tempo oggetto di interesse e analisi nei campi della letteratura e della storia dell'arte. Le scarpe sono spesso utilizzate come simboli potenti per rappresentare vari temi, emozioni e idee in opere d'arte e letteratura.
Cenerentola
La storia per antonomasia di una donna che, grazie a scarpe magiche, ascende nella scala sociale al fianco del suo principe è quella di Cenerentola.
Alcuni credono anche che la scarpetta di vetro, pantoufle de verre in francese, potrebbe essere stata una traduzione errata del termine pantoufle de vair , che significa "pantofola di pelliccia".
Nella versione del 1850 dei fratelli Grimm, Cenerentola vede i suoi bei vestiti strappati e sostituiti con abiti logori e zoccoli di legno. Improvvisamente, le viene chiesto di svolgere compiti umilianti per la sua famiglia acquisita. Tuttavia, il suo vero destino è quello di essere una principessa.
Nella fiaba riceve in dono un abito d'oro e d'argento e un paio di scarpe trapuntate di seta e argento portati da un uccello magico.
Con il suo nuovo look raffinato, Cenerentola potrà partecipare al ballo organizzato dalla moglie del principe. Indossando le sue scarpe di seta, fuggirà dalle difficoltà della sua vita per abbracciare il lusso di un castello.
da Il mago di Oz (1939 ©Warner) |
Le scarpe magiche di Dorothy
Le scarpe magiche hanno aiutato molti personaggi ne "Il meraviglioso Mago di Oz". Dorothy, una ragazzina che vive in una fattoria con zia e zio, ha come compagni lo Spaventapasseri, l'Uomo di Latta, il Leone Codardo e il suo fedele cagnolino. Tuttavia, la sua compagna più preziosa è sicuramente il suo paio di scarpette rosse (nel film), mentre nel libro erano d'argento, (non avrebbero avuto lo stesso impatto visivo al cinema).
Giunta a Oz trasportata da un tornado che ha sollevato la sua casa, le vecchie scarpe nere di Dorothy vengono magicamente sostituite da scarpette color rubino, appartenute alla Strega Cattiva dell'Est. La strega, schiacciata e uccisa dalla casa di Dorothy, lascia a quest'ultima un nuovo paio di scarpe.
Con le sue scarpette color cremisi e scintillanti, Dorothy si avvia lungo la strada di mattoni gialli alla ricerca del mago di Oz, che può aiutarla a tornare in Kansas.
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Dopo molte prove e tribolazioni, Dorothy e le sue scarpette alla fine raggiungono il mago, il quale le dice che ha sempre avuto il potere di tornare in Kansas usando le scarpette, ma doveva scoprirlo da sola. Per essere trasportata di nuovo alla fattoria, tutto ciò che Dorothy deve fare è battere tre volte i tacchi delle magiche scarpette color rubino.
Il legame di Dorothy con le sue scarpe magiche contrasta nettamente con quello di Cenerentola. Dorothy desidera scambiare le sue scarpe luccicanti con le semplici calzature da fattoria, per tornare a vivere con la sua amata famiglia.
Al contrario, Cenerentola utilizza le sue vecchie scarpe per fuggire e recarsi al palazzo, dove può indossare le belle scarpe a suo piacimento. Nonostante le loro differenti aspirazioni, entrambe ottengono il loro lieto fine, grazie alle scarpe.
Ci sono casi in cui le protagoniste femminili devono soffrire per ragioni legate ad altri "peccati" tipicamente femminili.
Le scarpe rosse della fiaba di Andersen
Hans Andersen's fairy tales (1913) London: Constable. |
Nella fiaba Le scarpette rosse di Hans Christian Andersen, una giovane orfana di nome Karen riceve un bel paio di scarpette rosse dalla donna anziana che l'ha accolta dopo la morte della madre. Essendo piuttosto povera, Karen non aveva mai avuto niente di bello prima, e si innamora delle sue nuove calzature.
Durante la funzione in chiesa, il pensiero delle sue scarpe rosse continua a distrarla. Nonostante le critiche dei parrocchiani, che le considerano inappropriate per una cerimonia religiosa, all'uscita le scarpe sembrano animarsi e la costringono a ballare senza controllo.
I movimenti diventano così frenetici che Karen, disperata, si reca dal boia della città e gli implora di tagliarle i piedi insieme alle scarpe rosse, confessando nel contempo la sua vanità.
Ma questo non sarà sufficiente. I piedi mozzati con le scarpe continueranno a danzare fuori dalla chiesa, terrorizzando tutti, mentre Karen ora camminava per la città con piedi di legno forgiati dal boia. Tornando in chiesa un'ultima volta con l'aiuto di un angelo, Karen è così sopraffatta dalla gratitudine che il suo cuore si spezza e muore. La sua anima volerà in Paradiso, dove nessuno menzionerà mai più le scarpette rosse.
La fiaba contiene un forte avvertimento morale per i giovani lettori, nell'evitare i peccati come la vanità e l'orgoglio. Mettendoli anche in guardia dal disobbedire ai loro anziani.
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Oltre alle fiabe le scarpe appaiono spesso come metafore in molte opere romanzesche, offrendo un mezzo per esprimere idee e temi profondi, oltre che dare una profondità ai personaggi.
Se le scarpe maschili vengono menzionate, come in Delitto e castigo di Dostoevskij dove il protagonista pulisce il sangue dai suoi stivali, (nel romanzo si trovano descrizioni di scarpe di capra consunte, scarpette bucate e stivaletti), tuttavia, nei romanzi, sono le donne a indossare le calzature davvero significative, permettendo di ripercorrere la loro vita attraverso i dettagli essenziali delle loro calzature.
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In Tess di Thomas Hardy alcune "ragazze camminavano con gli zoccoli, non per via del tempo ma per impedire che le loro scarpe si sporcassero con la poltiglia fangosa e il letame del cortile".
Ma calze bianche e scarpe con la suola leggera e abiti rosa, bianchi e lilla potrebbero sporcarsi di fango quindi mentre vanno in chiesa, devono farsi trasportare attraverso una pozzanghera da Angel Clare per salvare le loro scarpe migliori.
"In un giorno della settimana non sarebbe stato un ostacolo grave; ci avrebbero sciaguattato dentro sugli alti zoccoli e con gli stivali senza pensarci due volte; ma in questa giornata di vanità, in questo giorno del Sole in cui la carne andava a civettare con la carne pur fingendo ipocritamente di dedicarsi a occupazioni di carattere spirituale... la pozzanghera costituiva uno sgradevole impedimento".
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Le protagoniste di Sex and the City di Candace Bushnell hanno una passione sfrenata per le scarpe e lo shopping, resa iconica dalla serie televisiva. Tuttavia, il libro originale offre una narrazione più riflessiva e profonda. Le scarpe di Carrie includono stivali bianchi in vernice, décolleté in raso anni '50 per un look da "moglie di Stepford" (dal romanzo di Ira Levin La fabbrica delle mogli, ovvero una donna che segue le regole accettate dalla società e obbedendo al marito senza pensarci) e sandali con cinturini per evocare la sexy Linda Fiorentino nel film L'ultima seduzione, insieme alle scarpe con tacchi a spillo di Manolo Blahnik .
Secondo il prof. John Nash di Oxford, Virginia Woolf aveva una fissa per le calzature. Scarpe, pantofole e stivali "vecchi", "scialbi" o persi, vengono citati spesso nella sua narrativa e fanno anche delle apparizioni puntuali nella sua saggistica.
In Gita al faro (1927), un paio di scarpe è stato messo da parte e "abbandonato" nella casa di villeggiatura deserta dei Ramsay, mantenendo ancora "la forma umana" indicando che "un tempo fossero piene e animate" .
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Nel tardo romanzo Le onde (1931), troviamo la descrizione di uno stivale senza lacci color nero-ferro, incastrato nella sabbia.
Nel saggio su Londra scrive:
"...Chiese scarpe su scarpe; ne provò un paio dopo l’altro. Si alzava e faceva qualche piroetta davanti allo specchio che rifletteva il piede in scarpe gialle o rossicce o in pelle di lucertola. Si tirava su la gonnellina e mostrava le gambette. Pensava che dopo tutto i piedi sono la parte più importante di una persona; le donne, si diceva, sono state amate solo per i loro piedi."
Ne Gli anni , poco considerato oggi, ma uno dei suoi libri più venduti all'epoca, andando a letto, l'eroina Kitty si toglie le scarpe e pensa "le scarpe le stavano sempre troppo strette; soprattutto quelle di raso bianco.". Se si vuole cercare un simbolismo qui, le scarpe di raso bianco suggeriscono i matrimoni, che potrebbero anche essere limitanti.
Tolstoj in Guerra e pace fa camminare Natasha "avanti e indietro con le scarpe nuove sul sonoro parquet della sala, non a passi normali, ma passando a ogni passo dal tacco sulla punta... ascoltando con lo stesso piacere dei suoni della propria voce anche questo battere cadenzato del tacco e lo scricchiolare della punta."
Fra l'altro Tolstoj sempre più turbato dai privilegi del suo passato sviluppò un interesse per lo stile di vita semplice e la cultura dei contadini. Ciò si estese fino a realizzare le proprie scarpe nel modo tradizionale contadino, usando la rafia: sottili strisce di corteccia di betulla o tiglio.
Emma Bovary (da Flaubert) di scarpe "ne aveva una gran quantità nell'armadio e via via le sciupava senza che Charles si permettesse la benché minima osservazione", e spesso le scarpe di Emma, sono sporche di fango (il fango degli appuntamenti).
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Eugenia Grandet di Balzac si alza presto la mattina recita la sua preghiera e incomincia a vestirsi, pettinarsi, guardarsi allo specchio e poi "Si mise calze nuove, le scarpe piú eleganti e, pungendola per la prima volta il desiderio di comparir graziosa, comprese d’un tratto quanta gioia possa aspettarsi da un abito ben fatto, che renda piú attraente".
In Proust, il Duca e la Duchessa di Guermantes, in ritardo per un evento mondano, non hanno tempo di parlare con Charles Swann, venuto a informare i suoi cari amici della sua diagnosi di una malattia terminale. Mentre si affrettano, il Duca nota che sua moglie indossa scarpe nere con un vestito rosso e la rimprovera, insistendo che le cambi, evidenziando l'inadeguatezza dell'abbinamento cromatico e anche una certa autorità verso la moglie.
"Senza di me, Oriane sarebbe andata a cena con le scarpe nere.
– Non è poi così brutto, disse Swann, avevo già notato le scarpe nere, ma non mi hanno dato alcun fastidio.
– Non dico di no, rispose il duca, ma è più elegante che siano dello stesso colore del vestito. E poi, state tranquillo, non avrebbe avuto il tempo di arrivare che se ne sarebbe accorta, ed io sarei stato costretto a venire a prendere le scarpe. Avrei cenato alle nove. Addio, miei cari..."
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In un racconto breve di Dorothy Parker, La bella bionda (nella raccolta Tanto vale vivere) vediamo svolgere la vita orribile di Hazel una donna bionda attraente e prosperosa che lavora come modella, è sopravvissuta alla sua bellezza, ma deve cercare di rendere felici gli uomini, in parte indossando scarpe strette con tacchi alti, nonostante poi barcolli sui suoi piedi doloranti nelle sue tozze pantofole color champagne. Anche il suo tentativo di suicidio è un fallimento, e si sveglia temendo di rimettersi le scarpe.
Secondo Carrie di Sex on the City la vita delle donne è guidata dalle scarpe, ma nei romanzi l'intera vita di una donna potrebbe dipendere dalle sue scarpe.
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