Libri classici d'amore e relazioni della letteratura italiana
Una lista di libri classici d'amore della letteratura italiana di autori fra Ottocento e Novecento, alcune opere quasi oscurate da altre più note che vengono citate nei manuali. Fra i tanti ho preso in considerazione romanzi dove vi viene trattato il tema dell'amore e le relazioni tra due individui opposti, relazioni talvolta crudeli come quelle di Giovanni Verga e Ippolito Nievo, oppure legati alla figura dell'artista D'Annunzio, quelli spiritosi di De Amicis, quelli di convenienza da Pirandello, quelli tragici fra una madre e una figlia di Alberto Moravia, e infine le squallide relazioni di Carlo Cassola.
Eva - Giovanni Verga
Pubblicato nel 1873 durante il trasferimento dello scrittore a Firenze, affronta un cambiamento dei temi trattati nei precedenti romanzi, descrivendo con una certa sensualità l'ambiente salottiero che egli stesso frequentava. I personaggi sono giovani artisti squattrinati (vedi anche Una peccatrice 1866) attratti dal potere distruttivo di una qualche donna ammaliatrice di alto livello. In Eva un povero pittore siciliano, Enrico, arrivato a Firenze in cerca di fortuna si innamorerà follemente di una ballerina durante una festa in maschera nel teatro La Pergola. Eva, "bionda e delicata" con il sorriso negli occhi più che nelle labbra, si guadagna da vivere facendo la ballerina di lusso dove le dame del gran mondo che parlano di lei si nascondono dietro un ventaglio, una stella in mezzo alla splendida società fiorentina. La donna ricambierà per un periodo gli affetti di Enrico ma poi qualcosa non funzionerà: la gelosia che rode il pittore sarà la sua condanna.
Giovanni Verga il 14 giugno 1869 scriveva da Firenze all'editore Emilio Treves:
«Le offro per la sua "Biblioteca Amena" un mio nuovo romanzo intimo: Eva. Storia di ieri».
Emilio Treves il 5 agosto del 1873 scrivera a Verga riguardo a Eva e Storia di una capinera:
«Qui i due romanzi hanno suscitato un vero entusiasmo; al vostro ritorno, le signore vi ruberanno. Nei circoli letterari non si parla d'altro» (G. Raya, Verga e i Treves 1986).
Pubblicato nel 1873 durante il trasferimento dello scrittore a Firenze, affronta un cambiamento dei temi trattati nei precedenti romanzi, descrivendo con una certa sensualità l'ambiente salottiero che egli stesso frequentava. I personaggi sono giovani artisti squattrinati (vedi anche Una peccatrice 1866) attratti dal potere distruttivo di una qualche donna ammaliatrice di alto livello. In Eva un povero pittore siciliano, Enrico, arrivato a Firenze in cerca di fortuna si innamorerà follemente di una ballerina durante una festa in maschera nel teatro La Pergola. Eva, "bionda e delicata" con il sorriso negli occhi più che nelle labbra, si guadagna da vivere facendo la ballerina di lusso dove le dame del gran mondo che parlano di lei si nascondono dietro un ventaglio, una stella in mezzo alla splendida società fiorentina. La donna ricambierà per un periodo gli affetti di Enrico ma poi qualcosa non funzionerà: la gelosia che rode il pittore sarà la sua condanna.
«Le offro per la sua "Biblioteca Amena" un mio nuovo romanzo intimo: Eva. Storia di ieri».
Emilio Treves il 5 agosto del 1873 scrivera a Verga riguardo a Eva e Storia di una capinera:
«Qui i due romanzi hanno suscitato un vero entusiasmo; al vostro ritorno, le signore vi ruberanno. Nei circoli letterari non si parla d'altro» (G. Raya, Verga e i Treves 1986).
Il Conte Pecoraio - Ippolito Nievo (1857)
Il Conte Pecoraio. Storia del nostro secolo è un romanzo dell'autore de Le confessioni di un italiano (1867), ambientato nelle campagne del Friuli. Nievo cercava un affinità con Manzoni e la protagonista Maria ha una qualche somiglianza con la Lucia dei Promessi Sposi. Nato come sorta di omaggio al Manzoni risulterà per l'autore un fallimento, discordante per certi versi, idilliaco agli inizi, sviluppandosi poi verso un racconto sofisticato, con la triste vicenda di una giovane contadina oppressa dalle attenzioni del conte Tullo di Torlano, Maria cederà ma alla fine si redime. Nievo descrive le vicende della contadina Maria figlia del cosiddetto Conte Pecoraio perché povero pastore di pecore. Amata dal bravo contadino Natale Romano, partito per l'esercito, rimarrà vittima del conte Tullo, sfrenato e malvagio. Con lui avrà un figlio e per nascondere il suo disonore la donna scapperà dalla casa paterna stabilendosi come serva, a sua insaputa, nella casa di Emilia, futura fidanzata del Conte, il quale intimorito che la presenza di Maria possa guastare il suo matrimonio cercherà con ogni mezzo di allontanare la povera disgraziata.
Vi è molta ricercatezza nello stile, con un fine morale e retto, molta verità e sentimento che ne fanno un bel racconto. Oltre alla descrizione del mondo contadino si nota un punta di polemica verso gli scrittori francesi dove il personaggio del Conte leggiucchia brani di Nostra Donna di Parigi di Hugo sebbene all'esterno strepiti contro il diluviare dei romanzi francesi.
Rispetto al testo pubblicato da Nievo nel 1857, il manoscritto autografo del 1855 qui stampato da Marsilio per la prima volta conserva una versione del Conte Pecorajo profondamente differente e molto suggestiva, che consente di seguire da vicino il lavoro dello scrittore e di comprenderne la riflessione.
Il Conte Pecoraio. Storia del nostro secolo è un romanzo dell'autore de Le confessioni di un italiano (1867), ambientato nelle campagne del Friuli. Nievo cercava un affinità con Manzoni e la protagonista Maria ha una qualche somiglianza con la Lucia dei Promessi Sposi. Nato come sorta di omaggio al Manzoni risulterà per l'autore un fallimento, discordante per certi versi, idilliaco agli inizi, sviluppandosi poi verso un racconto sofisticato, con la triste vicenda di una giovane contadina oppressa dalle attenzioni del conte Tullo di Torlano, Maria cederà ma alla fine si redime. Nievo descrive le vicende della contadina Maria figlia del cosiddetto Conte Pecoraio perché povero pastore di pecore. Amata dal bravo contadino Natale Romano, partito per l'esercito, rimarrà vittima del conte Tullo, sfrenato e malvagio. Con lui avrà un figlio e per nascondere il suo disonore la donna scapperà dalla casa paterna stabilendosi come serva, a sua insaputa, nella casa di Emilia, futura fidanzata del Conte, il quale intimorito che la presenza di Maria possa guastare il suo matrimonio cercherà con ogni mezzo di allontanare la povera disgraziata.
Vi è molta ricercatezza nello stile, con un fine morale e retto, molta verità e sentimento che ne fanno un bel racconto. Oltre alla descrizione del mondo contadino si nota un punta di polemica verso gli scrittori francesi dove il personaggio del Conte leggiucchia brani di Nostra Donna di Parigi di Hugo sebbene all'esterno strepiti contro il diluviare dei romanzi francesi.
Rispetto al testo pubblicato da Nievo nel 1857, il manoscritto autografo del 1855 qui stampato da Marsilio per la prima volta conserva una versione del Conte Pecorajo profondamente differente e molto suggestiva, che consente di seguire da vicino il lavoro dello scrittore e di comprenderne la riflessione.
Il fuoco - Gabriele D'Annunzio (1900)
Storia d'amore a Venezia fra il giovane intellettuale Stelio Effrena e sua amante la Foscarina o Perdita un attrice non più giovane all'apice del successo, intorno ammiratori e sostenitori del talento del giovane artista. Ancora prima di Thomas Mann, D'Annunzio ritrae a suo modo, la vera protagonista del romanzo la città di Venezia in modo simbolico, fra fuoco e acqua, luce e ombre e vita e morte. Il connubio arte e vita, la bellezza sublime, una storia d'amore con una prevedibile fine, tra le lunghe e lente passeggiate attraverso la città, i giardini ombrosi, i canali con "l'aria umida cinerina e molle". Nonostante qualche polemica sul fatto che lo scrittore avesse riportato nelle pagine la sua storia con Eleonora Duse, il libro venne accolto con successo "la sintesi di tutta la vita e l'opera di D'Annunzio" (Angelo Conti) tanto che il romanzo si diffuse rapidamente nel resto d'Europa con traduzioni in tedesco e francese.
Storia d'amore a Venezia fra il giovane intellettuale Stelio Effrena e sua amante la Foscarina o Perdita un attrice non più giovane all'apice del successo, intorno ammiratori e sostenitori del talento del giovane artista. Ancora prima di Thomas Mann, D'Annunzio ritrae a suo modo, la vera protagonista del romanzo la città di Venezia in modo simbolico, fra fuoco e acqua, luce e ombre e vita e morte. Il connubio arte e vita, la bellezza sublime, una storia d'amore con una prevedibile fine, tra le lunghe e lente passeggiate attraverso la città, i giardini ombrosi, i canali con "l'aria umida cinerina e molle". Nonostante qualche polemica sul fatto che lo scrittore avesse riportato nelle pagine la sua storia con Eleonora Duse, il libro venne accolto con successo "la sintesi di tutta la vita e l'opera di D'Annunzio" (Angelo Conti) tanto che il romanzo si diffuse rapidamente nel resto d'Europa con traduzioni in tedesco e francese.
Amore e ginnastica - Edmondo De Amicis (1892)
In questo romanzo De Amicis si allontana molto dalle tematiche patriottiche del libro Cuore (1886) con un argomento molto più popolare, fra amori segreti, invidie, piccoli successi e drammi della borghesia, in una sorta di sit-com ante litteram, dove la maestra Pedani "larga di spalle e stretta di cintura" e il timido Celzami sono i protagonisti di questo romanzo ironico e sensuale. "Quella maneggia i manubri come un uomo, e ha il più bel braccio di donna, se lo vedesse nudo, che si sia mai visto sotto il sole." dirà il baffuto maestro di ginnastica Fassi al Celzami colpito dalla sua bellezza, ma la Pedani respinge le proposte di questo malinconico giovane trentenne che pare più vecchio di quello che sembra, patriota, liberale ed ex seminarista. Intorno, altri personaggi come la gelosa maestra Zibelli "un viso bellino, ma troppo piccolo, e già appassito: non aveva che i contorni apparenti d'un corpo ben fatto" il contrario della Pedani, poi il commendatore zio del Celzami, e il vecchio professore di lettere cavalier Padalocchi vedovo e pensionato, un linguista terribile si diceva.
In questo romanzo De Amicis si allontana molto dalle tematiche patriottiche del libro Cuore (1886) con un argomento molto più popolare, fra amori segreti, invidie, piccoli successi e drammi della borghesia, in una sorta di sit-com ante litteram, dove la maestra Pedani "larga di spalle e stretta di cintura" e il timido Celzami sono i protagonisti di questo romanzo ironico e sensuale. "Quella maneggia i manubri come un uomo, e ha il più bel braccio di donna, se lo vedesse nudo, che si sia mai visto sotto il sole." dirà il baffuto maestro di ginnastica Fassi al Celzami colpito dalla sua bellezza, ma la Pedani respinge le proposte di questo malinconico giovane trentenne che pare più vecchio di quello che sembra, patriota, liberale ed ex seminarista. Intorno, altri personaggi come la gelosa maestra Zibelli "un viso bellino, ma troppo piccolo, e già appassito: non aveva che i contorni apparenti d'un corpo ben fatto" il contrario della Pedani, poi il commendatore zio del Celzami, e il vecchio professore di lettere cavalier Padalocchi vedovo e pensionato, un linguista terribile si diceva.
Il turno - Luigi Pirandello (1902)
Pubblicato due anni prima del Mattia Pascal, Il turno ha come tema il matrimonio, i rischi e gli inaspettati esiti finali. Un padre, Marcantonio Ravì, cerca di garantire l'avvenire alla figlia Stellina, non può sposarsi con chiunque, dovrà maritarsi con il settantenne Don Diego Alcozer l'uomo più ricco del paese, "più che un matrimonio, in fondo sarebbe quasi una pura e semplice adozione". Ma il punto secondo i calcoli di Ravì e che una volta morto il vecchio la figlia avrebbe ereditato tutto e sposato chi voleva, per esempio il giovane Pepè Alletto povero in canna ma di rango nobile. Un conto però sono i calcoli statistici altro la realtà abbastanza complessa, la vita d'altronde è imprevedibile.
Pubblicato due anni prima del Mattia Pascal, Il turno ha come tema il matrimonio, i rischi e gli inaspettati esiti finali. Un padre, Marcantonio Ravì, cerca di garantire l'avvenire alla figlia Stellina, non può sposarsi con chiunque, dovrà maritarsi con il settantenne Don Diego Alcozer l'uomo più ricco del paese, "più che un matrimonio, in fondo sarebbe quasi una pura e semplice adozione". Ma il punto secondo i calcoli di Ravì e che una volta morto il vecchio la figlia avrebbe ereditato tutto e sposato chi voleva, per esempio il giovane Pepè Alletto povero in canna ma di rango nobile. Un conto però sono i calcoli statistici altro la realtà abbastanza complessa, la vita d'altronde è imprevedibile.
La ciociara - Alberto Moravia (1957)
In tempi in cui si discuteva della morte del romanzo (1957) Moravia pubblicava La ciociara la storia di due donne della piccola borghesia romana, una madre e una figlia, durante l'occupazione nazista. La madre racconterà in prima persona l'odissea che in nove mesi cambierà per sempre il senso della loro vita. La borsa nera, l'abbandono della Capitale sotto la paura delle bombe, la partenza verso il paese d'origine, il viaggio verso le montagne nella provincia di latina, fra le miserie e gli sfollati. Tutto registrato con minuzia: le sopraffazioni dei fascisti, l'arrivo degli alleati e poi la scena clou di violenza in una chiesa, la degradazione, il dolore che riscatta la caduta, e la sconfitta di una madre avvilita. Non si può fare a meno, leggendolo, di immaginare la protagonista nelle vesti di Sophia Loren nel film omonimo del 1960 diretto da Vittorio De Sica.
Una relazione - Carlo Cassola (1969)
Mario Mansani è un giovane impiegato sposato con figlio che si lascia coinvolgere in un avventura con una ex fiamma, Giovanna Lorenzi, una donna delicata e rassegnata. Mario vive le sue giornate monotone fra famiglia e lavoro, intervallate da viaggi quotidiani. Un incarico lo porterà al paese d'infanzia dove lo assalgono gli allegri ricordi di gioventù, fra cui Giovanna "una leggera" e i suoi fruttuosi incontri in una pineta. Incontrando Giovanna cercherà di riprendere il rapporto con lei rimanendo impigliato in un gioco imprevedibile fra rimorsi, desideri appagati, speranze irrealizzabili, compromessi morali. Una commedia umana di provincia che Cassola descrive abilmente .
Non sono esattamente in esperto di questo genere, specialmente se parliamo di autori italiani. Mi viene però da pensare che non sia stato facile individuarne sette tra le centinaia che sicuramente ne sono stati scritti. L'ultimo, quello di Cassola, potrebbe essere nelle mie corde.. devo segnarmelo.
RispondiEliminaMi sono limitato a opere che talvolta vengono messe da parte dagli editori stessi. Ora Mondadori per esempio sta ristampando le opere di Cassola in una nuova veste grafica negli oscar.
Elimina