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9 giu 2015

L'isola di Robinson Crusoe e Alexander Selkirk

Nel libro di Diana Souhami L'isola di Selkirk viene raccontata la storia del vero naufrago che ispirò Daniel Defoe per il suo Robinson Crusoe. 

Alexander Selkirk,  nacque nella contea di Fife, in Scozia, nel 1676. Il padre, un uomo onesto, come la maggior parte dei suoi compaesani, ebbe una vita onorevole e voleva che Alexander, settimo figlio, seguisse le sue orme nell'impresa familiare di lavorazione del pellame, allo stesso tempo la madre pensava cabalisticamente che fosse destinato ad avere fortuna. Ma Alexander vedeva nella distesa azzurra del mare avventure, oro e principalmente la fuga dalla misera vita di paese. 

Isola di Robinson Crusoe -  Cile



I primi viaggi in mare


Con l'intento di fondare una colonia fra Panama e il Mar dei Caraibi, la Scozia reclutava volontari. Si promettevano avventure, ricchezze e venti ettari di terra da coltivare, Alexander appena 15 enne si imbarcò. Il viaggio non fu privo di difficoltà, fra provviste andate a male e pirati malintenzionati. Ma neanche l'arrivo era stato come lo immaginavano, fra piogge torrenziali, bufere di vento e tornado, facendo perdere ogni interesse per le nuove case da edificare, era una squallida terra da conquistare, fra indigeni ostili e guarnigioni spagnole che li obbligarono a ritornare in Scozia. 

Selkirk ritornò nel 1701 temprato dagli anni in mare e divenuto violento. La fortuna tanto pronosticata non si era avverata e neanche una certa rappacificazione familiare con i fratelli. A 25 anni si sentiva un navigatore combattente e voleva ritornare in mare. 

Nel 1703 l'ufficiale di rotta Selkirk stava al timone della Cinque Ports destando l'ammirazione dei suoi superiori. Era abile con i vari strumenti di legno, vetro, corda e magneti a misurare la latitudine, le correnti, le profondità del mare, la rotta da seguire con le stelle. 

Insieme ad un altra nave la St George guidata dall'ammiraglio William Dampier si diressero verso le coste del Cile. La nave di Selkirk arrivò nelle Isole Juan Fernandez nel febbraio del 1704 con un equipaggio da 90 uomini ridotto a 42,  morti per fame e malattie. Il giovane tenente Thomas Stradling prese il posto del capitano deceduto.

Dopo quattro settimane di navigazione, alcune navi francesi li costrinsero ad allontanarsi dopo un attacco causando danni alla nave. Vagarono in misere condizioni verso il Perù e diventarono a loro volta dei corsari depredando altre navi per procurarsi cibo e materiale per la nave.
Finché a settembre dopo varie peregrinazioni ritornarono nei pressi dell'arcipelago delle Juan Fernandez .


Ivan Aivazovsky Ship twelve apostles 1897


Selkirk fece notare al comandante che in quelle condizioni con i legni marci e i vermi che tarlavano le assi non sarebbero andati lontano, quindi suggerì di fermarsi qualche giorno a riparare la nave, Stradling non voleva rimanere ancora, l'isola era deprimente, fra promontori rocciosi, boschi inospitali con nubi fitte e sempre scure, e annusava aria di ammutinamento, perciò decise di liberarsi di Selkirk.



L'abbandono sull'isola



Il baule, gli abiti e alcune coperte gli furono lasciate sulla riva, mentre Alexander da lontano vedeva la nave che levava l'ancora e si allontanava lasciandolo solo. Convinto che sarebbero ritornati a riprenderlo rimase alcuni giorni a scrutare la riva. Demoralizzato, beveva rum, masticava tabacco e guardava il mare dalle alte rocce. 

Una capanna improvvisata fatta di vecchie vele custodiva quel poco che gli permetteva di sopravvivere : una pistola, della polvere da sparo e pallottole, un accetta, un coltello, una pentola, una bibbia, alcuni strumenti di navigazione e carte marine. Poi un chilo di tabacco, una boccia di rum, qualche pezzo di formaggio ma senza pane o sale. Lo tranquillizzava l'idea malsana che se non fosse tornato nessuno a prenderlo la pistola alla tempia sarebbe servita.

Gli venne in mente di costruire una zattera con rami legati ma la terra più vicina, Valparaiso, era lontana 600 miglia senza contare le varie insidie dell'oceano e gli squali. Si accontentava di mangiare radici, bacche e uova di volatili insieme a qualche curiosa capra quando si avvicinava troppo.
La solitudine gli faceva desiderare il contatto con un essere umano e per non perdere la capacità del dialogo aveva l'abitudine di recitare preghiere ad alta voce. 

Nel frattempo dopo un mese di navigazione la Cinque Ports come aveva previsto Selkirk affondò al largo di Malpelo in Perù, ma solo Stradling e altri pochi uomini si salvarono anche se finirono nelle prigioni spagnole. Stradling comunque riuscì a scappare e tornare in Inghilterra. 

Dampier il capitano della St George dopo essersi separato dalla Cinque ports ebbe varie avventure e abbandonata la nave decrepita a Manila ritornò in patria unendosi nel 1708 ad una altra spedizione verso il Sud America, ma fra scorbuto e dissenteria che imperversava nell'equipaggio, cercavano un attracco dove poter riprendersi e le loro speranze erano le vicine Isole Fernandez.


Immagine da The story of Alexander Selkirk di G. Goodrich



L'arrivo della salvezza 



Quando nel gennaio del 1709 Selkirk vide una nave dalle vele bianche intuì subito che quella era la nave che lo avrebbe salvato. Woodes Rogers il capitano della nave insieme a Dampier - che non si ricordava molto bene della posizione dopo tutti questi anni - aveva paura che l'accesso alla baia fosse pericoloso per via del fondale. Perciò mise una scialuppa in mare diretta verso l'isola, notando un fuoco pensarono fossero nemici e ritornarono indietro. Selkirk capì e non si perse d'animo, risalì per un sentiero da un altra angolazione. Allora li vide che scendevano dalle barche e gli andò incontro sventolando un straccio bianco.

Gli inglesi rimasero sorpresi nel vedere un uomo, o quello che sembrava, con una lunga barba vestito di pelle di capra, e incapace di esprimersi. Il capitano Rogers scriverà : Non avendo più parlato, aveva dimenticato la sua lingua al punto che non riuscivamo a comprenderlo.



DeFoe e la nascita di Robinson Crusoe


Sarà proprio il capitano Rogers a raccontare questa storia nel suo libro A Cruising Voyage Round the World e pubblicarla nel 1712. Qualche anno dopo Daniel Defoe - all'epoca sessantenne con qualche debito economico, gli serviva del denaro per sposare la figlia - si accorse della storia e pensò che ci avrebbe fatto dei soldi, la scrisse così in pochi mesi.


Robinson Crusoe  venne pubblicato in forma anonima nel 1719, il genere romanzo era un terreno nuovo, ma egli da abile giornalista e saggista, creò un bestseller che ebbe diverse ristampe con modifiche in corso d'opera. La storia di sopravvivenza di un uomo isolato dal mondo e che si appoggia a Dio per sopravvivere era rilevante per l'epoca.

Monumento nella casa di Selkirk a Lower Largo - Scozia

Nel giro di un anno il libro divenne noto in tutta Europa. Dopo il successo venne ristampato un seguito Ulteriori avventure..., e poi un terzo libro molto religioso Serie riflessioni durante la vita e le sorprendenti avventure di Robinson Crusoe. con la sua visione del mondo angelico dove vi inserì questa prefazione " C'è un uomo in vita, anche molto conosciuto, le cui azioni sono precisamente il soggetto di questi volumi, al quale tutta la storia , o la maggior parte allude direttamente" .

Questo terzo libro però venne presto dimenticato. Ma negli anni la vera storia di Selkirk si trasformò nel mondo mitico e avventuroso di Robinson Crusoe, la fantasia prevalse sulla realtà, i cinque anni reali di naufragio divennero 28. Nell' immaginario dei lettori si affermò questo eroe che da solo con il suo ingegno se la cavava in quasi tutte le situazioni anche con la sua fede.
"...c’era, comunque, qualche lato positivo e qualche lato negativo, per cui dovevo ringraziare Dio; e l’esperienza dello stato più infelice del mondo, serva ad ammonirci che è sempre possibile trovare qualche conforto che, nella divisione fra male e bene, si può segnare all’attivo del conto."

Selkirk dopo gli onori ricevuti, ritornato a casa, cercò di rifarsi una vita. Si sentiva a disagio, il richiamo del mare era troppo forte, continuerà a stare più sull'acqua che sulla terraferma.
Il suo ultimo viaggio si concluderà in Africa  il 13 dicembre del 1721 morendo di malaria.

Fino al 1966 l'isola si chiamava Isla Mas a Tierra poi il governo Cileno la rinominò - forse per attrarre i turisti - come Isola di Robinson Crusoe. L'isola dal 1977 rientra nelle aree della Riserva Mondiale della Biosfera patrimonio dell' UNESCO per la conservazione dell'ecosistema.
Sempre in quell'anno a pochi km un altra isola chiamata Isla Mas Afuera per equità venne rinominata isola di Selkirk anche se il naufrago non vi aveva mai messo piede.



  • Vedi anche un altro romanzo ispirato da una storia vera 

 Il ritorno del naufrago di Françoise Garde




Il libro 





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