20 gen 2025

 

La Stasi dietro il lavello. Claudia Rusch e le memorie di una giovane tedesca dell'Est tra amore, ironia e resistenza

Claudia Rusch racconta la vita quotidiana di una giovane nella Repubblica Democratica Tedesca.

Nella Repubblica Democratica Tedesca, prima del crollo del Muro di Berlino, come spiegare a una bambina quando sentiva dire che gli "scarafaggi" erano spie della Stasi che ti tenevano d'occhio? E cosa si provava quando si recava a scuola con un distintivo con la scritta "Spade in Aratri" cucito sulla manica della giacca a vento ? 


lavello



Claudia Rusch, cresciuta nell'ambito del movimento per i diritti civili della DDR, racconta nelle sue memorie in modo diretto, con sentimento e umorismo, come trascorse un'infanzia felice in circostanze che felici non erano, anche se non sono mancate esperienze amare: suo nonno morì nella prigione della Stasi (principale organizzazione di sicurezza e spionaggio della Repubblica Democratica Tedesca) mentre la famiglia viveva sotto sorveglianza costante. 

Ma ciò che rimane sono soprattutto i ricordi bellissimi di un'infanzia quasi normale.

La Stasi dietro il lavello , Keller editore, è  incentrata sulle esperienze dell'autrice nella Germania Est prima e dopo la caduta del Muro. 

Si alternano ricordi d'infanzia segnati dalla presenza pervasiva di questa organizzazione, aneddoti divertenti e momenti di tensione, riflessioni sulla vita nella DDR e sulla difficile transizione verso la riunificazione, con un occhio di riguardo per il suo rapporto con la famiglia e l'amicizia. 

Il tutto è narrato con ironia e malinconia, attraverso episodi significativi che mostrano la quotidianità e le contraddizioni del regime comunista.

Da bambina, Claudia imparerà a diffidare dei poliziotti e a non esprimere apertamente le proprie inclinazioni, preferendo mimetizzarsi nel conformismo dominante per non farsi notare. 

Questo atteggiamento sarà una reazione all'ambiente in cui crescerà, caratterizzato da una famiglia vicina agli ambienti della dissidenza politica.

Cresciuta in una famiglia dissidente, la protagonista aveva l'idea che "scarafaggi" fosse il termine in codice per gli agenti della Stasi, fino a quando non scopre, con grande stupore, trasferitasi nello studentato,  che si trattava di veri e propri insetti. 

Questa incomprensione porta a una scena comica in cui Claudia si scandalizza per la presenza di "duecento scarafaggi" dietro il lavello di uno studentato, credendo che si tratti di agenti della Stasi appostati. 

"Come sarebbe... tutti questi scarafaggi?" Caddi dalle nuvole.

«Qui, nello studentato?» Ero sinceramente stupita. Naturalmente sapevo che la Stasi era anche lì, ma mi sfuggiva il fatto che si potesse muovere liberamente nei corridoi della casa dello studente. "


Per poter accedere all'istruzione superiore, Claudia aderirà formalmente alla FDJ (Libera Gioventù Tedesca), pur non condividendone gli ideali. Questo le permetterà di frequentare la scuola superiore ampliata. 

Claudia si sente diversa dalla media e, per questo, si dedicherà a numerose attività extrascolastiche, come lezioni di flauto, pallavolo, teatro, coro e circoli di filosofia e matematica, al fine di incanalare le sue energie. In particolare, la Comunità scolastica di matematica sarà un luogo dove non si sarebbe sentita fuori luogo. 

Sfrutterà occasioni per entrare in contatto con persone provenienti da altri paesi, come i giovani francesi con cui farà amicizia, trovando momenti di evasione e di divertimento nei viaggi a Praga con la sua famiglia. 


"Mi piaceva Praga. C'era di tutto: il teatro di strada, i burattini, la Torre del Municipio con l'orologio astronomico e il carillon, i mercatini lungo la riva della Moldava, pittori che con i loro cavalletti assediavano il Ponte Carlo, il meraviglioso Castello Hradcany, una libreria tedesca nascosta in un cortile adiacente Piazza Venceslao e piccole lumachine di liquirizia.

Oggi si possono comprare in qualsiasi supermercato, ma nella DDR non esistevano. Mi sarei letteralmente avvolta in quella liquirizia." 


Mantenendo un atteggiamento critico e ironico nei confronti del sistema, si rifiuterà di cantare canzoni che esaltavano i militari, preferendo quelle di Wolf Biermann (cantautore tedesco) e raccontare barzellette su Honecker (il capo dello stato all'epoca). 

Il secondo padre di Claudia, descritto come un "capellone anarcoide", era un appassionato di musica irlandese e di Neil Young. 

E la musica di Neil Young diventerà una presenza costante nella casa, tanto da segnare le festività e la quotidianità familiare. 

Anche se inizialmente, Claudia era infastidita da questa musica, con il tempo imparerà a tollerarla, ad apprezzarla e infine a considerarla parte integrante del suo nucleo familiare. La musica di Neil Young sarà così un simbolo di sicurezza e di calore familiare. 

Un episodio divertente è quello dell'aragosta. Un amico di famiglia, recatosi a Berlino Ovest, acquistò sei code di aragosta per far felice la madre di Claudia. 

Nessuno sapeva come cucinarle e, dopo vari tentativi falliti, si rivelarono immangiabili e finirono nella spazzatura. 

La scena è resa ancora più comica dalla reazione della moglie dell'amico, che, non mangiando pesce, assiste beffarda ai tentativi della famiglia di mangiare le aragoste e poi si sente male per aver mangiato un pollo nel frattempo, presumibilmente non fresco. 


"All'Est non esisteva la frutta esotica - a eccezione di qualche rara banana e delle arance intorno al periodo di Natale. Ma c'erano molte altre cose che mancavano.

Le olive, il salmone, un formaggio decente, non c'erano i semi nello yogurt né fragole a gennaio. Ma nella DDR mancava soprattutto l'aragosta... Mia madre invece ne andava matta... Capivamo quindi la sua aspirazione a veder realizzato il suo desiderio, quando all'improvviso se ne presentò l'occasione."


Claudia ha anche la passione per i Raider (oggi Twix) le barrette di cioccolato,  le poteva comprare solo nell'Intershop, la catena di negozi statali nella DDR, accessibili solo con valute forti. 

Racconta  il suo desiderio di avere "una stanza piena di Raider", e la sua difficoltà a gettare gli involucri vuoti dopo averli mangiati, rivelando la sua "ossessione" per questo simbolo dell'Occidente. 


La Stasi dietro il lavello è un'opera coinvolgente, un documento storico, che offre uno sguardo intimo e originale sulla vita nella DDR all'epoca. 

Attraverso il racconto della sua esperienza personale, Claudia Rusch riesce a trasmettere al lettore la complessità e la contraddittorietà di un'epoca segnata dalla repressione, ma anche dalla speranza di cambiamento e dalla ricerca di libertà. 

Il libro non è solo un memoir, ma anche una riflessione sull'identità, sulla memoria e sulla necessità di confrontarsi con il proprio passato per comprendere il presente. 


claudia rusch


Titolo: LA STASI DIETRO IL LAVELLO

Autore: Claudia Rusch

Editore: Keller editore

Anno: 2021

Pagine: 166

a cura di Franco Filice


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