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20 mag 2019

Il David Copperfield di Dickens al Polo Sud. Una drammatica storia vera

Il famoso romanzo di Dickens riuscì a intrattenere un gruppo di esploratori bloccati per diversi mesi durante una missione antartica nel 1912

Forse Charles Dickens non si sarebbe mai immaginato che il suo noto romanzo potesse diventare una speranza di salvezza, anche terapeutica, per gli uomini dello sfortunato capitano Robert Falcon Scott durante la Spedizione Terra Nova (1910-1913). L'impresa aveva l'obiettivo di "raggiungere il Polo Sud assicurando onore all'impero britannico", e anche con un intento scientifico di ricerca, ma per certi versi fu anche una condanna per il capitano che non vi fece più ritorno.  


L'edizione di David Copperfield che gli uomini del capitano Scott leggevano in Antartide nel 1910. (Foto Charles Dickens Museum, Londra)


L'esplorazione si trasformò in sfida quando gli inglesi avvistarono un altra spedizione norvegese guidata da Roald Amundsen, loro però erano arrivati prima. 

Successivamente un incontro programmato con le squadre di supporto del campo primario fallì e a circa 240 km dal loro campo base Scott e i suoi compagni morirono per le avverse condizioni climatiche. Gli addetti alle ricerche dei dispersi trovarono la tenda con i corpi congelati, alcuni campioni geologici e i diari di Scott, che hanno fornito un resoconto completo del viaggio. 

Un altro gruppo di sei uomini della spedizione guidati da Victor Campbell, tra cui c'era il geologo Raymond E. Priestley (1886 -1974), nel gennaio del 1912 si ritrovarono isolati 200 miglia più a sud della Baia Terranova: le loro tende erano state danneggiate e avevano provviste per solo otto settimane. 




Grotta in un iceberg, fotografata durante la Spedizione Terra Nova 1911-1913


Rendendosi conto che l'inverno si avvicinava scavarono una piccola grotta di ghiaccio e vi rimasero per sette mesi fino alla fine dell'inverno australe, integrando le loro misere razioni di biscotti, cacao e zucchero, con carne di foca e pinguini. I loro abiti da slitta non tardarono a essere saturi del grasso di foca. Vennero colpiti da una forma di infiammazione intestinale, mentre fuori il vento forte non gli permetteva di uscire. Alcuni strumenti di misurazione non funzionavano in specie i termometri, e a quelle latitudini la temperatura si portava a decine di gradi sotto lo zero.

Quando il tempo lo permise si rimisero in marcia e alla fine arrivarono sani e salvi a Capo Evans il 7 novembre 1912, informati dalla notizia che Scott e l'intero gruppo polare erano morti mesi prima. 

Quei terribili giorni dentro la grotta li avevano passati a leggere David Copperfield, una copia del romanzo che questi uomini leggevano fa ora parte di una mostra su Charles Dickens nel museo dedicato a Londra.

Il libro riporta ancora macchie nere di impronte digitali per via delle lampade alimentate con olio di foca che venivano usate per illuminare la grotta di ghiaccio e questa edizione del 1910 del romanzo di Dickens porta ancora un debole odore di fumo e pesce.

Era uno dei tre libri che questo gruppo di uomini usava per passare il tempo mentre erano rimasti bloccati nella grotta di ghiaccio. Leggevano ad alta voce un capitolo a notte per 60 notti tanto per tenere alto il morale. Il geologo Raymond E. Priestley, che faceva parte del gruppo, scrisse che "eravamo molto dispiaciuti di separarci da David quando la storia finì."

«Hanno dovuto seppellirsi nella grotta per sopravvivere e mangiare pinguini e foche per andare avanti. Fu un inverno molto rigido. Ed era importante avere delle storie da raccontare non solo come intrattenimento ma anche come conforto, un modo per tenere alto il morale tra gli uomini ", ha detto Frankie Kubicki, curatore del Charles Dickens Museum di Londra, che lancerà la mostra Global Dickens il 14 maggio.

«Non vedevano l'ora di leggerlo ogni notte. Un medico prescrisse due capitoli per notte quando si sentivano particolarmente tristi, e il modo in cui stavano leggendo era esattamente come dovrebbe essere letto, ad alta voce e in modo periodico».

Secondo Priestley, "la cosa peggiore dell'attesa" era stata la mancanza di libri, anche se hanno sfruttato al massimo il loro piccolo numero di titoli: "Ho letto [ David Copperfield ] così bene che potevo facilmente passare un duro esame su di esso ".

La lettura regolare di David Copperfield non ha solo coinvolto tutti gli uomini in una narrazione condivisa, ma forniva un collegamento immaginario con l'ambiente confortevole della loro casa lontana, i suoi molteplici personaggi formano una rete di connettività che rappresentava anche gli stessi lettori.

Inoltre, la forma seriale del romanzo dava agli uomini un senso dell'evento e un punto di svolta in una situazione molto statica. Terminarono l'ultimo dei sessantadue capitoli con grande dispiacere, ma si spostarono anche sugli altri libri della piccola biblioteca


La dottoressa Claire Warrior, curatrice del museo, ha detto al Guardian che la copia di David Copperfield della spedizione Terra Nova del 1910 faceva parte di una lunga tradizione di spedizioni britanniche che portarono decine di libri nelle regioni polari.

«La spedizione del 1845 di Sir John Franklin portò oltre 1.000 libri, tra  racconti di ex esploratori ai libri di preghiere, pensiamo anche al Circolo Pickwick e Nicholas Nickleby.
Leggere era un'importante attività comunitaria che allontanava la noia e costruiva legami tra uomini che vivevano in condizioni difficili e con poco spazio personale. Inoltre il fatto che David Copperfield sia stato originariamente pubblicato a puntate significa che è pieno di suspense, il che avrebbe contribuito a mantenere alto l'interesse».



Per intrattenere gli uomini, il capitano Robert Scott portò un grammofono nella sua spedizione del Polo Sud.
Chris, uno dei suoi cani, era apparentemente attratto dallo strano oggetto (settembre 1911).
Foto di Herbert G. Ponting, National Geographic



Elizabeth Leane nel saggio Antarctica in Fiction: Imaginative Narratives of the Far South scrive che la letteratura poteva svolgere un ruolo vitale nello spirito e nella sanità mentale quando le cose andavano male. 

L'esempio più estremo fu quello di tre uomini svedesi nella spedizione di Otto Nordenskjold all'inizio del secolo. Vivendo in un rifugio di fortuna creato con loro slitta rovesciata, per più di sei mesi si erano ridotti a leggere le etichette sulle loro lattine di latte condensato e manzo bollito. Per integrare questa misera offerta, si raccontavano l'un l'altro alcune trame di romanzi che conoscevano, come I tre moschettieri e Il conte di Montecristo .

A metà dell'inverno il medico della spedizione Terra Nova, Murray Levick, iniziò a preoccuparsi di ciò che descrive nel suo diario come una "caduta di tono", aumentando a due il numero di capitoli al giorno, il che "contraddiceva molte cose" ... Leggere non era semplicemente piacevole, per quegli uomini era diventato terapeutico.

Ero ancora sbalordito e pieno d’ansia per lei – solo per lei, ne sono certo – quando mi gettò per un istante le braccia al collo, piangendo che si dava pensiero soltanto del mio avvenire. Un istante dopo aveva già vinto questa commozione e diceva con un’aria piú trionfale che abbattuta:
– Dobbiamo affrontare coraggiosamente i rovesci e non lasciare che ci mettano paura, mio caro. Dobbiamo imparare a recitare la nostra parte fino in fondo. Dobbiamo sopravvivere alla sventura, Trot!
Charles Dickens, David Copperfield, Einaudi








Fonti: The Guardian, dickensmuseum.com



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