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22 lug 2015

Charles Dickens e i suoi cani immaginari e reali

Charles Dickens era affascinato dai cani. Erano parte integrante della sua vita e della sua visione del mondo; la sua fantasia veniva spesso stimolata da questi per ritrarre alcuni dei personaggi canini nella loro caratterizzazione, e farne dei riferimenti o analogie umane che rientrano pienamente fra le pagine dei libri su animali.

Charles Dickens e Turk
Charles Dickens e Turk



Queste similitudini e descrizioni si possono trovare in diverse opere come: Oliver TwistLa bottega dell'antiquarioTempi difficiliCasa desolataLa piccola DorritGrandi speranze e altri.
Non escludendo forse il suo capolavoro David Copperfield da cui è tratto questo brano:
"Improvvisamente mi trovai davanti un cartello di cartone, scritto in bella calligrafia, che stava su di una scrivania e recava queste parole: «Attenti. Morde.» Saltai subito sulla scrivania, temendo che ci fosse sotto perlomeno un grosso cane. Ma, sebbene guardassi in giro con occhi sgomenti, non potei scorgere alcuna traccia di esso. Stavo ancora scrutando da ogni parte, quando tornò il signor Mell e mi domandò che cosa facessi là sopra.
«Chiedo scusa, signore,» dico io, «ma, se non vi dispiace, sto
cercando il cane.»«Il cane?» dice lui. «Quale cane?»
«Non è un cane, signore?»
«Che cosa non è un cane?»
«Quello a cui bisogna stare attenti; quello che morde.»
«No, Copperfield,» dice lui gravemente, «non è un cane. È un
ragazzo. Ho avuto ordine, Copperfield, di attaccarti questo cartello alla schiena. Mi dispiace di cominciare con te in questo modo, ma devo farlo.»"  


Landseer_ Edwin Henry 1824-min

Fra i numerosi cani e altri animali che accudiva intorno a se Dickens rimase sempre affezionato a Timber uno spaniel bianco. Aveva portato a casa questo cagnolino dall'America nel 1843 e ben presto divenne molto amichevole con i bambini, da quel giorno in poi la casa non era mai stata senza un qualche tipo di animale domestico. Scriverà in una lettera :

"Il piccolo cane si fa sempre più bravo e salta via netto il mio bastone alla parola d’ordine. Gli ho cambiato il nome in Smittle Timber, che mi sembra più sonoro ed espressivo". 

Quando viaggiava lo portava sempre con se. Durante una visita ad Albaro vicino Genova il cane si prese le pulci e quindi gli venne rasato il pelo "era come un fantasma di un annegato che usciva da uno stagno" disse, il cane pareva rendersi conto di essere strano senza il pelo, girando intorno a se stesso alla ricerca di una identità. "penso che morirà addolorato, ma il pelo ricrescerà".  

Timber mori a Boulogne nel 1854. Ricordato con affetto da Dickens dicendo che non aveva mai avuto un altro cane come lui. 

Naturalmente i numerosi cani che possedeva Dickens non vennero ignorati da alcuni commentatori. Partendo da un articolo illustrato del devoto di Dickens: Percy Fitzgerald, critico, biografo e collaboratore della rivista Houseold Words fondata dallo scrittore, che apparve nel luglio 1863 sulla rivista popolare la London Society e che lasciò contento Dickens come dimostra in una sua corrispondenza: 

Mio caro signor Fitzgerald,
Sono stato gratificato dalla lettura del vostro articolo sui miei cani. Mi ha dato una sorta di piacere molto particolare, cosa per il quale vi ringrazio sinceramente. Il proprietario della rivista "Il famoso cane Caesar", è così comprensivo, che mi fido con perfetta fiducia del suo sentimento su quello che voglio dire in queste poche parole. Mi interessa molto una vostra promessa cioè di inviarmi la vostra biografia di Sterne quando uscirà. Se sarò in Inghilterra prima di questo, sarei felice di vedervi qui sulla cima della collina di Gad a Falstaff. E' una campagna molto bella ad appena 30 miglia da Londra; e se potessimo dedicare un giorno o due per le sue belle passeggiate, io e miei due ultimi cani, un San Bernardo e un segugio, saremmo felici della vostra compagnia.
Molto fedelmente il vostro Charles Dickens
10 luglio 1863 

Little_Dorrit_-_Instinct_stronger_than_training
Gowan aizza il cane Leon ne La piccola Dorritt 

Fra i ricordi di famiglia la figlia di Dickens, Mamie racconta :
"Penso che il suo amore più forte, tra gli animali, era per i cani. Trovo delizioso un aneddoto raccontato da lui di un cane appartenente a una signora che conosceva bene, "Of" si chiamava un grande terranova dal pelo nero ma molto simpatico. Veniva da Oxford e aveva vissuto tutta la sua vita in una fabbrica di birra.
Le istruzioni che gli erano state impartite se fosse stato lasciato solo erano che ogni mattina doveva, regolarmente fare il bagno nel fiume e venire subito  a casa. Egli lo fece con la massima puntualità, ma dopo un po' di tempo venne notato che puzzava di birra.
La sua proprietaria era così sicura dall'odore di birra che decise di dargli un occhiata e seguirlo. Il cane dopo la sua nuotata girava l'angolo e saliva su una rampa di scale di un negozio di birra.
Il negoziante lo vide e prese un piatto di peltro. La proprietaria gli senti dire: "Be ', vecchio mio, vieni per la birra, come al solito, vero?». Al che gliene mise un poco nel piatto a il cane bevve. Essendo necessaria una spiegazione su questo l'uomo poi disse alla padrona:
«Sì, signora. So che è il vostro cane. Non è la prima volta che viene. Ho visto che scodinzolava vicino ai vasi, e annusare, così ho capito che era abituato alla birra. Allora gli ho dato una goccia, e lui non l'ha rifiutata. La mattina dopo è venuto puntuale come un orologio e gli ho versato una pinta, da allora è sempre venuto a prendere la sua pinta regolarmente. "


The Sagacious Dog_robert seymour 1836 pickwick paper

Un cane sagace nel Il circolo Pickwick (ill. Robert Seymour 1836 )

Nel libro di impressioni di viaggio Il viaggiatore senza scopo , durante un suo soggiorno in Francia Dickens mentre aspetta un treno vede alcuni militari fuori dai finestrini che ridono allegramente, il motivo era un grosso barboncino con un naso rosa ritto sulle zampe posteriori che li salutava "militarmente" mentre il treno si stava allontanando.
"Questo barboncino portava in testa un chepì da soldato (inutile aggiungere che lo portava di sghimbescio e che gli copriva un occhio), un cappottino pure da soldato e stivaletti bianchi d’ordinanza.
Era armato di moschetto e baionetta in miniatura e faceva un perfetto Presentat’arm, con l’occhio disponibile rivolto verso il padrone o superiore che fosse, in piedi vicino a lui. La sua disciplina era talmente ammirevole che, allorché il treno si mosse, e il cane fu raggiunto dagli urrà di commiato delle reclute, nonché da una pioggia di monetine, diverse delle quali colpirono il suo chepì, egli nonostante tutto non si scompose e rimase fermo al suo posto finché il convoglio non scomparve alla vista.
A questo punto, consegnò le armi al proprio superiore, si tolse il chepì con la zampetta, si mise a quattro zampe, facendo sì che il cappotto dell’uniforme diventasse la cosa più assurda sotto questo cielo, e si mise a correre per la banchina con i suoi stivaletti bianchi, dimenando la coda oltre ogni misura."

Bill Sikes his dog Bulls Eye by Frederick Barnard

Bill Sikes e il suo cane in Oliver Twist

In Dickens si trovano figure di cani anche dove non c'è ne alcuno, come in Grandi speranze , in cui si legge l'idea di una figura canina "Mangiava in un modo vorace, estremamente sgradevole, con gesti rozzi, rumorosi e avidi. Gli erano caduti dei denti da quando lo avevo visto mangiare nella palude, e mentre rigirava il cibo in bocca e piegava la testa di lato per masticarlo con i denti buoni, assomigliava tremendamente a un vecchio cane affamato". Immagini canine e allusioni sono ovunque: Estella alimenta Pip nel cortile come un cane caduto in disgrazia, Pip inventa i cani di fantasia per suo conto a casa di Miss Havisham.

La cultura vittoriana pullulava di animali domestici sia reali che immaginari dal gatto di Alice nel paese delle meraviglie allo spaniel Flush di E. Barrett Browning narrato da Virginia Woolf , un secolo che vide l'emergere di giardini zoologici pubblici, società di protezione degli animali e la teoria della selezione naturale, incoraggiando nello stesso tempo la caccia grossa nell'Impero britannico giustificando la crudeltà verso gli animali selvatici.

I cani nella fantasia letteraria di Dickens forse incuriosiranno i lettori, ma possono essere una risorsa importante per capire nella realtà - durante l'epoca vittoriana -  come venivano trattati gli animali nella letteratura e nell'arte, evidenziandone gli atteggiamenti della società nei loro confronti nella Gran Bretagna del XIX secolo .


riferimenti

  • Vita di Charles Dickens di John Forster
  • My father as i recall him di Mamie Dickens
  • Memories of Charles Dickens di Percy Fitzgerlad
  • The Dog in the Dickensian Imagination di Beryl Gray




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