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22 set 2021

Il ballo delle pazze - Victoria Mas. Un romanzo che evidenzia la condizione femminile nel XIX secolo

Un libro sulla follia nel nome della scienza ispirato da una storia vera

Parigi, fine Ottocento, l’ospedale della Salpêtrière è una sorta di manicomio femminile. Le internate vengono chiamate “isteriche” e curate con l’ipnosi dall’illustre dottor Charcot, strettamente sorvegliate, tagliate fuori da ogni contatto con l’esterno e sottoposte a esperimenti azzardati e impietosi. Alla Salpêtrière si entra, ma difficilmente si esce. In realtà buona parte delle cosiddette alienate sono donne scomode, rifiutate dalle loro famiglie, abbandonate in ospedale per sbarazzarsene.


Le bal des folles à la Salpetrière.



Alla Salpêtrière si incontrano: Louise, adolescente figlia del popolo, capitata qui in seguito a terribili vicissitudini che hanno sconvolto la sua giovane vita; 

Eugénie, ragazza di buona famiglia allontanata dai suoi perché troppo bizzarra, parla con i morti, è  anticonformista; 

Geneviève, la capoinfermiera rigida e severa, convinta della superiorità della scienza su tutto. E poi c’è Thérèse, la decana delle internate, molto più saggia che pazza, una specie di madre per le più giovani. 

Benché molto diverse, la loro sorte è stata decisa da una società patriarcale, allo strapotere che gli uomini hanno sulle donne. 

A sconvolgere e trasformare la loro vita sarà il “ballo delle pazze”, ossia il ballo mascherato che si tiene ogni anno alla Salpêtrière e a cui viene invitata la crème di Parigi. In quell’occasione, mascherarsi farà cadere le maschere…


Victoria Mas nel suo primo romanzo Il ballo delle pazze (edizioni e/o) si ispira a una storia vera e poco nota, con personaggi e luoghi reali, come l'illustre dottor Jean-Martin Charcot famoso neurologo, scopritore della sclerosi laterale amiotrofica (SLA). 

Il suo lavoro sull'ipnosi e l' isteria, all'origine della clinica della Salpêtrière, ispirò diversi autori fra cui Sigmund Freud che che fu per breve tempo suo allievo e uno dei suoi primi traduttori in tedesco, riguardo all'invenzione della psicoanalisi. 


Victoria Mas a pretesto prende questa istituzione Bal des folles che si teneva davvero ogni anno a metà quaresima, istituito da Charcot, per dare una serata diversa alle “poverette”. A questo ballo si riunivano curiosi anche i migliori personaggi della società che danzavano su melodie di valzer e polka in compagnia di donne in maschera travestite con costumi variopinti.

Distribuito su due stanze, da un lato gli idioti e gli epilettici; dall'altro gli isterici, i matti e i maniaci. Charcot, era desideroso di rendere le donne della Salpêtrière pazienti come le altre. 

"La gente si aspettava di veder apparire delle disgraziate scheletriche e deformi, e si stupisce della spigliatezza e della normalità delle pazienti di Charcot. Immaginavano costumi grotteschi e atteggiamenti buffoneschi, e sono sorpresi da quella presenza scenica degna di attrici di teatro. Vedono sfilare lattaie e marchese, contadine e Pierrot, moschettiere e Colombine, amazzoni e maghe, cantastorie e marinaie, pastorelle e regine."


La stampa ci andava a nozze: "È il giorno benedetto in cui tutte queste povere creature provenienti da un amore infelice, dalla perdita di una persona cara, da dolori familiari, rovesci di fortuna o altro, si ritrovano in questo purgatorio la cui la porta si riapre appena, dove tutte queste sfortunate riescono a recuperare per qualche ora gli istinti del loro sesso e l'esercizio della loro ragione"  (Le Voleur 1884). 

Il neurologo era rispettoso e animato da sincera compassione. Non voleva una sorta di "zoo umano" dove i ricchi deridessero i poveri sfortunati. Nessuna esibizione apparve indecente, del resto, al bal des folles c'era anche, in contemporanea, un ballo per bambini epilettici. 



charcot



Nel marzo 1887, un giornalista osserva: 

"Niente potrebbe essere più pacifico, più calmo, più gentile, niente che abbia un aspetto più disinvolto e più rassicurante di questo Bal des folles: si potrebbe essere in una di queste feste familiari e borghesi, che spesso vengono organizzate tra vicini e amici, in occasione del martedì grasso in certi ambienti parigini" .


Louise, Eugénie e Thérèse vengono ufficialmente dichiarate pazze e rinchiuse nella Salpêtrière per essere curate. Si dice che siano isteriche, epilettiche o dementi. A volte con una buona ragione e a volte per nessun altro motivo se non il desiderio di neutralizzarle.

Perché in certi ambienti, e in una società patriarcale, se le donne si arrabbiano facilmente, mettono in imbarazzo un padre o un marito con il loro spirito ribelle. Dichiararle pazze è offrire loro un viaggio di sola andata all'ospedale della Salpêtrière. La follia è così pratica, ed è molto utile per levarsi di torno parenti ingombranti. 

Abbandonate dai loro cari, queste donne passano ora le loro giornate scandite dalle visite dei medici e dai crudeli  esperimenti condotti dal professor Charcot. Ma una volta all'anno queste signore sono invitate al ballo di metà quaresima senza rendersi conto di essere l'attrazione principale, la ragion d'essere di questo evento. 

Vestite con abiti sgargianti, queste donne di ogni estrazione sociale ed età si mescolano a una folla di persone potenti, che sono venute a godersi il brivido a un costo inferiore. Le osservano con la coda dell'occhio, sperando di vedere una crisi di isteria nel bel mezzo di una sala da ballo. Queste regine per una notte però non percepiscono bene l'aspetto sordido della situazione.

Louise, un'adolescente con le guance carnose, “a sedici anni, ha ancora un entusiasmo infantile. Il corpo le è cresciuto troppo in fretta; non l’hanno avvertita delle conseguenze di quell’improvvisa voluttà”, è molto turbata da quando è stata violentata da suo zio. Spera di incontrare l'amore e il matrimonio e uscire da qui. Mandata al manicomio dalla zia, diventa una delle migliori pazienti di Charcot, che la ipnotizza in pubblico, uno stato in cui ripete ogni volta crisi molto spettacolari.

Eugenie, invece è una sorta di sensitiva, i morti le parlano. Il nonno le disse “che doveva temere più i vivi dei morti. Aveva anche detto che lei aveva un dono, e che i defunti andavano a trovarla per una ragione.” Figlia di un notaio, innamorata della libertà, sarà vittima del suo dono,  che comprenderà dopo aver letto  Il libro degli spiriti  di Allan Kardec. 

Ma la sfortunata donna non avrebbe mai dovuto confidarsi con la nonna che la denuncerà al padre. Senza alcuna esitazione, la farà internare, non volendo mai più sue notizie, per paura di infangare il buon nome della famiglia.

Infine, una donna rilevante, Geneviève, un'infermiera che ha passato la vita a vegliare sui "pazzi", avrà un ruolo importante e troverà l'umanità a contatto con Eugenie. 

"La malattia disumanizza rende quelle donne marionette alla mercé di sintomi grotteschi, bambole molli tra le mani di medici che le maneggiano e le esaminano in ogni minima piega, bestiole curiose che suscitano solo un interesse clinico. Non sono più mogli, madri o adolescenti, non sono donne da guardare o da prendere in considerazione, non saranno mai donne da desiderare o a cui volere bene: sono malate. Pazze. Fallite. E il suo lavoro nei casi migliori è curarle, nei casi peggiori mantenerle internate in condizioni decenti.”


Immergendosi in questo spietato ma ricchissimo universo, anche romantico, Victoria Mas, firma un libro interessante, che ci porta nelle terre che Michel Foucault aveva esplorato nella sua Storia della follia

Scriveva Francis Willis medico e presbiteriano inglese di corte (1718-1807) : 

«Tra le malattie delle donne, la passione isterica gode di una così cattiva reputazione che deve diventare, alla maniera dei semidannati, portatrice dei difetti di numerose altre affezioni; se una malattia di natura sconosciuta e di origine nascosta si produce in una donna in modo tale che la sua causa sfugge e che l’indicazione terapeutica rimane incerta, subito accusiamo la cattiva influenza dell’utero, che nella maggior parte dei casi non è responsabile, e a proposito di un sintomo non abituale noi dichiariamo che vi si nasconde qualcosa di isterico e assumiamo proprio tale sintomo, che è stato così spesso il sotterfugio di tanta ignoranza, come oggetto delle nostre cure e dei nostri rimedi» (Storia della follia, Foucault


Queste donne sono isteriche, epilettiche, maniaco-depressive, schizofreniche oppure semplicemente abbandonate e dimenticate dalla famiglia perché rifiutavano l'autorità. Qui dentro perdono la loro identità, il loro passato solo perché alcuni uomini hanno deciso, sia a livello familiare che medico, che donne non in regola con la società non hanno posto.

In genere sono vittime di soprusi, e violenze, contraddicono le autorità o semplicemente vogliono vivere appieno la loro vita. Se erano sane di mente quando sono arrivate, qui dentro impazziranno veramente vivendo rinchiuse tra queste mura, umiliate, e private di ogni libertà. 

In questo primo romanzo la scrittrice è abile a mettere in evidenza la condizione femminile nel XIX secolo, facendo un ritratto piuttosto realistico della società medica del tempo abbastanza spaventoso due secoli dopo.

Da questo libro è stato tratto il film omonimo disponibile su Prime Video


 (Nella prima immagine Le bal des folles à la Salpetrière, illustrazione  Le Monde Illustré, 1890

seconda immagine il prof. Jean-Martin Charcot in una lezione al Salpêtrière, dipinto di André Brouillet )


il ballo delle pazze libro



Autore: Victoria Mas

Editore: E/O

Anno: 2021

Pagine: 180

Traduzione: Alberto Bracci Testasecca 



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