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21 apr 2015

Il pensionante. Simenon e l'uomo ricercato per omicidio

Lo sfondo del romanzo Il pensionante di Georges Simenon (Adelphi) è un triste malinconico e invernale Belgio. Prima Bruxelles, poi la città mineraria desolata di Charleroi intorpidita dalla stagione fra ghiaccio e neve, dove il protagonista Elie  si nasconderà  in una  squallida pensione  per sfuggire alla cattura dopo aver commesso un brutale omicidio.






All'inizio del libro, Elie Nagear, un uomo di trentacinque anni di origine turca cerca di fare fortuna a Bruxelles, ma gli affari non vanno bene, la sua donna Sylvie fa l'entraîneuse in un locale notturno ed Elie vorrebbe continuare la relazione con lei, ma i soldi non bastano mai, perciò adocchia un olandese pieno di banconote - suo inquilino in una pensione - che sta per partire. 

Seguendolo sul treno per Parigi non esiterà ad ucciderlo durante il sonno, colpendolo freddamente con una chiave inglese e rubando la sua valigia piena di soldi. Simenon fa del suo modo per sottolineare la natura, il sangue freddo del suo protagonista e della sua vittima che lo osserva stupito. 

Poco  dopo Nagear è perfettamente in grado di addormentarsi nella cabina del treno; e dopo aver ideato bene la sua fuga, Simenon ci ricorda senza alcun rimorso che egli non aveva pensato mai una volta alla sua vittima.


Il nostro protagonista, che sembra opportunista, brutale, spietato e ricercato dalla polizia, tramite consiglio della sua donna Sylvie si rifugerà a Charleroi in una anonima pensione gestita dalla madre della sua amante, la signora Baron, ma lei ignorerà il rapporto tra la figlia ed Elie. Qui egli cambierà stato d'animo in questa sorta di "famiglia" di variegati pensionanti.

Il resto del romanzo racconterà la vita e l'atmosfera, il tempo trascorso con  gli inquilini nell'angusta e umida casa, attraverso la routine quotidiana: il fischio del bollitore fumante sotto le finestre della cucina; il ticchettio dell'orologio nella mensola del caminetto che scandisce le giornate; l'assortimento di pensionanti che si riuniscono per il loro pasto serale, fra il rumore di coltelli, piatti e bicchieri che lentamente come in un orchestra prende forma. Il pasto migliore lo facevano a mezzogiorno, mentre la sera si arrangiavano per conto proprio con pane, burro o del prosciutto che conservavano nelle loro scatole di latta. 

La presenza di Nagear nel gruppo provocherà risentimento tra i pensionanti. Pagando di più l'affitto - come fa Elie con i soldi rubati - si  ha diritto a pancetta e uova per colazione e cotolette per la cena, mentre gli altri si ritrovano sulla tavola della cucina a mangiare pane o formaggio o bere caffè dalle loro caffettiere personali. La signora Baron avvertirà una sorta di simpatia materna nei confronti di Elie a dispetto del marito Moise che invece non ha questo sentimento. Elie proverà una certa attrazione anche per la giovane Antoinette - sorella di Sylvie -  che bada alla pensione e che insieme alla madre scopriranno sui giornali la sorte dell'uomo.

Cercheranno comunque di aiutarlo anche se l'uomo si adagerà alla situazione. Egli si sente avvolto come in una sorta di grembo materno al caldo tra le pareti dipinte a olio e immerso in un odore che gli era diventato più familiare della sua casa natale a Istanbul, all'estremo delle sue forze, raffreddato e dolorante a causa del persistente freddo umido. 

Quando la signora Baron noterà dalla finestra un movimento insolito di uomini intorno alla casa non si scomporrà e si ricorderà l'arrivo dei tedeschi a Charleroi aspettando il succedersi dei fatti.


Young Man at His Window - G. Calleibotte 1874

Il pensionante uscì a puntate sul settimanale Marianne fra il 27 dicembre 1933 e il 28 febbraio 1934, pubblicato successivamente nel 1934 dall'editore Gallimard. Esso appartiene al periodo dei "romanzi duri" periodo nel quale Simenon voleva togliersi di dosso il personaggio di Maigret e voleva provare a scrivere “...qualcosa di diverso da un romanzo giallo! - Basta con Maigret. Non ho bisogno di essere seguito...credo che ora posso scrivere un vero romanzo" dirà Simenon al suo editore precedente Fayard nel 1933.

George Walter Stonier critico inglese giudicherà Simenon con questo romanzo superiore a H. G. Wells. Paragonabile a Edgar Wallace, che aveva il genio una volta al mese, come diceva lui. "Soprattutto, egli (Simenon) è meravigliosamente leggibile". 

L'amico di Simenon André Gide vide nel romanzo un "ottimo ritratto, con una sorta di profondità interiore data da il sempre crescente interesse del personaggio della signora Baron materna e protettiva che aumenta mirabilmente nel corso del racconto portando al libro un valore psicologico e sostanzioso rendendo questo una delle migliori opere di Simenon".

Il pensionante fu successivo di pochi mesi a Il grande male uscito il solito anno (vedi recensione sul blog)



( Su Simenon vedi anche Maigret e il caso Saint-Fiacre  )



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