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6 mag 2024

Maximilien Heller l'investigatore creato da Henry Cauvain prima di Sherlock Holmes

Prima di Sherlock Holmes c'era stato lo sconosciuto detective francese Maximilien Heller 

Un ricco banchiere parigino viene ucciso. La polizia accusa il povero servitore del banchiere. Avrebbe ucciso il padrone per una manciata di soldi usando l’arsenico. L'accusato ha la fortuna di essere il vicino di casa di Maximilien Heller, un giovane avvocato che ha abbandonato la professione, misantropo e geniale, costui si interessa al caso e cercherà di risolverlo. 

uomo disteso davanti al camino



Il personaggio di Sherlock Holmes apparve per la prima volta in rivista con il romanzo Uno studio in rosso nel 1887.  

Tuttavia, l'autore e critico francese Michel Lebrun ha sottolineato che Holmes aveva un predecessore, il suo nome era Maximilien Heller e questo apparve in un libro a lui intitolato pubblicato molto tempo prima, nel 1871, ora tradotto per la prima volta per Sellerio. 

I due detective avrebbero molto in comune come vedremo più avanti. 

Lo scrittore Henry Cauvain (nato nel 1847 a Parigi e morto nel 1899 a Losanna) era molto noto in Francia, ma poco al di fuori del suo paese. 

Nessuna storia della narrativa poliziesca ha mai fatto riferimento a Cauvain e al suo detective,  soprattutto perché il romanzo non è mai stato tradotto in inglese almeno fino al 1933.  

In "Maximilien Heller" la storia è raccontata in prima persona da un medico di cui non viene mai specificato il nome.

Il medico fa la conoscenza del protagonista Maximilien Heller e i due si imbattono in un crimine dove viene arrestato un uomo innocente. 

Al momento Heller pare quasi un invalido vivendo come un recluso. Viene descritto come febbricitante, seduto nella sua poltrona davanti al camino, con un bollitore colmo di caffè, eppure si attiva per risolvere il crimine. 

Nella seconda parte, Heller, si travestirà come servitore di un uomo che crede essere l'assassino, ottenendo finalmente le prove del delitto e riuscendo a far liberare l'innocente.


Alcuni punti in comune tra Heller e Holmes

Apparirà evidente al lettore che ci sono alcuni punti in comune che collegano Maximilien Heller alle storie di Sherlock Holmes.

Esistono infatti numerose prove circostanziali.

II protagonista Maximilien Heller è un misantropo e vive come un recluso. II comportamento eccentrico, gli abiti fuori moda, lo stato febbrile, e appare pronto a "rianimarsi" appena gli capita un caso da risolvere.  

In questo senso il suo personaggio assomiglia molto a quello di Sherlock Holmes. 

II narratore della storia il suo 'Watson" è anche un medico e tra i due uomini si svilupperà un profondo rispetto. 

Si scopre che il veleno utilizzato nel delitto è l'arsenico. In Holmes, per esempio, viene menzionato il curaro un veleno esotico che aggiungeva un elemento di mistero alle storie insieme ad altri veleni insoliti, anche se non menziona l'arsenico. 

Heller come Holmes è bravo nei travestimenti e fa uso di alcaloidi.  

Molto interessante è anche lo spirito di osservazione e di deduzione del personaggio. 

L'episodio che evoca più fortemente Holmes si trova nel capitolo 9. Heller appare come un connazionale davanti al dottore e mentre il dottore parla si toglie il travestimento, lasciando di stucco il dottore 

Heller cerca di attenersi ai fatti, senza trascurarne nessuno, perché come scrive: «quando li avrò tutti nelle mie mani, allora in mezzo a queste evidenze inverosimili che adesso sembrano così bizzarre vedrete la verità splendere più luminosa del sole». 

Sembra simile all'iconica frase di Holmes: "Eliminato l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità". 

La differenza è che l’investigatore di Cauvain vanta una cultura pressoché illimitata, e sembra abbia una certa umanità, mentre il freddo Sherlock cancella sistematicamente tutte le nozioni che non gli sono utili.  

Come scrive Marco Malvaldi nell'introduzione: 

"...c’è una differenza sostanziale. Heller, infatti, possiede sentimenti umani. Laddove Holmes investiga per curiosità naturale o per lavoro, e l’unico sentimento che dimostra è la sottile soddisfazione che prova nell’umiliare il povero ispettore Lestrade, Heller si occupa del caso in cui si imbatte per salvare la vita a un innocente. Laddove Holmes investiga per se stesso, Heller lo fa per gli altri." 


Conan Doyle lesse Cauvain in francese?

Quindi si suppone che Conan Doyle abbia letto Cauvain in francese, in quanto come scrivono Xavier Mauméjean e André François Ruaud,  in "Sherlock Holmes, une vie" : 

«...Già leggendo correntemente il francese, nell'ottobre del 1875 il giovane (Doyle) partì per perfezionare il tedesco in un altro collegio dei gesuiti, a Feldkirch in Austria. 

Nell'estate del 1876, fece visita al prozio Michael Conan Doyle (a cui deve il suo secondo nome) a Parigi, e senza dubbio lesse un romanzo pubblicato nel 1871: Maximilien Heller di Henry Cauvain. 

Il ritratto è quello di un brillante misantropo, un ex avvocato dalle acute facoltà intellettuali ma il cui stato d'animo alterna l'esaltazione alla nevrastenia. Circostanze simili che portano senza dubbio a correlare la figura ascetica di Maximilien Heller, prefigurando per molti versi una futura relazione tra Arthur Conan Doyle e il signor Sherlock Holmes.» 

Tuttavia, anche cercando di tenere a bada la somiglianza con Sherlock Holmes, il romanzo di Cauvain risulta un'opera più che apprezzabile.

È un'avventura per vari motivi emozionante questa di Henry Cauvain. Se mettiamo da parte l'idea di scoprire i punti in comune tra Maximilien e Sherlock, scopriremo un personaggio atipico e interessante nonché di un'indagine relativamente complessa che appaga i cultori del genere.   


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maximilien heller


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Titolo: L’investigatore Maximilien Heller

Autore: Henry Cauvain

Editore: Sellerio

Anno: 2024

Pagine: 240





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