Simenon: romanzi senza Maigret
Un orsacchiotto nel letto di un bambino: questa è l'immagine che viene in mente al professor Chabot, rinomato ginecologo, quando sorprende una giovane infermiera che fa il turno di notte addormentata nella sua clinica di Auteuil. Quest'uomo di quarantanove anni, stanco di un'esistenza estenuante e di una vita familiare che non è più che routine, lascerà che la tenerezza di questa ragazza si trasformi in desiderio. Qualche tempo dopo apprenderà che la giovane Emma, incinta, licenziata dalla clinica, si è gettata nella Senna. Sarà per questo motivo che uno sconosciuto alsaziano inizia a pedinarlo e gli manda minacce di morte? Per il geniale dottore invaso dai sensi di colpa, inizia una discesa agli inferi che lo condurrà al peggio.
L'orsacchiotto (Adelphi) è un romanzo medico psicologico di Georges Simenon pubblicato nel 1960, qui vediamo un acclamato medico che dedica la sua vita al lavoro nella sua clinica ostetrica di cui è il direttore.
Affiancato dalla segretaria/amante Vivianne che gli organizza le giornate e per certi versi lo protegge, ha una moglie e tre figli cresciuti nel lusso e nella spensieratezza, ma non condivide da tempo il letto con sua moglie nel lussuoso palazzo del XVI secolo, preferendo il lettino di fortuna alla clinica.
Forse lavora troppo, o forse vorrebbe evadere da questa vita di routine. Pensa che nessuno abbia bisogno di lui né sua moglie, né i suoi figli, né sua madre a cui passa un assegno mensile, né i suoi pazienti.
Una notte scopre Emma, una giovane infermiera di turno addormentata, accovacciata in un letto di una stanza di servizio. Preso dalla tenerezza davanti a questa cosa che gli sembra innocente come un orsacchiotto nel letto di un bambino, la possiede di nascosto, senza che lei si renda bene conto di ciò che le sta accadendo.
Passerà dei brevi momenti di felicità che continueranno furtivamente due o tre volte nel solito modo. Finché la donna non scompare dalla clinica. Verrà a sapere che la giovane Emma è stata licenziata, e probabilmente allontanata dalla gelosia di Vivianne ritenendola una persona intrigante.
Più avanti apprenderà da un giornale che la giovane si è suicidata nella Senna e che era incinta.
Stranamente dopo l'accaduto uno sconosciuto gli lascia sul parabrezza dei biglietti di minaccia, non sappiamo se è un amico o un parente. Forse la paura del pericolo oppure l'ossessione del suicidio che, spingerà Chabot ad armarsi con una pistola. Dentro di se immagina le domande che farà la polizia ai familiari e conoscenti dopo il suicidio. Un ultima visita a Viviane produrrà il dramma che sarà la soluzione del suo malessere .
Un curioso romanzo questo di Simenon dove si vede chiaramente una moglie distaccata, un figlio che vuole diventare un giornalista, la figlia che vuole diventare un'attrice. L'anziana madre che odia i ricchi e la tecnologia, non vuole il telefono in casa e se si sente male picchia sul pavimento della vicina, poi la segretaria che gli pianifica il lavoro pur non avendo esperienza in medicina. Lo vedi operare nel suo ospedale, rassicurare le sue pazienti, ma non ha più una vera vita familiare e sociale.
Un uomo che ha avuto successo sociale, stimato, invidiato da alcuni, non vede più alcun interesse nella sua vita, perde l'intuito e la manualità professionale. Passa le giornate cercando di mantenere la tranquillità, senza lasciare trasparire il suo disagio ne tanto meno il suo progetto di suicidio. Alla fine sparerà bene con la sua pistola ma in una circostanza inaspettata.
C'è una certa affinità con la vita reale di un Simenon, in questo periodo, in crisi coniugale, (Vivienne forse rispecchia Denise segretaria amante e moglie, poi si separeranno), manifestazione di un malessere profondo.
Non riesce a scrivere, sfiorando la depressione con il timore di avere perduto la creatività, "in realtà - scrive Eskin nella sua biografia - "si era bloccato solo per quattro mesi, per lui tanti ma non per un normale scrittore". Si mette a scrivere un Maigret, ma crede di aver perso tempo.
Mentre l'altro biografo Pierre Assouline annota: "Come non cogliere lo smarrimento di Simenon in quello del dottor Jean Chabot, il professore e ginecologo protagonista de L’orsacchiotto? Depresso, egli accarezza l’idea del suicidio, stanco di portare sulle spalle il peso delle responsabilità, di interpretare il suo ruolo nella società".
Anche Simenon era tentato dalla voglia di ritirarsi. A cinquantasette anni aveva paura della solitudine, costretto ad ammettere che il suo secondo matrimonio era stato un fallimento. "Tutto ciò che gli restava della passione più forte e autentica della sua vita erano i suoi tre figli, che amava sopra ogni altra cosa, e una moglie che guardava sprofondare sempre più nell’alcolismo e nella nevrosi." scrive sempre Assouline.
Lo scrittore poi risolverà la propria crisi con la scrittura, attenuando e trasferendo le proprie tendenze di morte attraverso i suoi personaggi, continuando a scrivere romanzi per altri venti anni.
Il libro su Amazon
Titolo: L’ORSACCHIOTTO
Autore: Georges Simenon
Editore: Adelphi
Anno: 2023
Pagine: 160
Traduzione: Laura Frausin Guarino
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1 commento :
un classico simenon dell'età matura,crepuscolare
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