5 lug 2017

 

Il Sorcio – Georges Simenon. Un poliziesco senza Maigret

Il Sorcio è un clochard con buone maniere, si guadagna da vivere chiedendo qualche moneta ai passanti. Per racimolare qualche soldo passa le serate ad aprire le portiere dei ricchi frequentatori di un teatro; una sera noterà un auto con dentro un uomo in abito elegante ma immobile, si avvicinerà già pronto con una delle sue frase di rito spiritose e beffarde da pronunciare ma quando apre la portiera, come un manichino senza vita, l'uomo scivola fuori mentre il Sorcio cerca di sorreggerlo. Una chiazza scura spicca sullo sparato dell'abito. Mentre lo spinge dentro e si prepara a fuggire, sul piede gli cade un portafoglio rigonfio, l'istinto glielo fa mettere subito in tasca senza nemmeno aprirlo, non si renderà conto in quale guaio si caccerà. 




Il Sorcio (Adelphi) traduzione di Simona Mambrini, è un romanzo giallo di Georges Simenon che ha delle analogie con Maigret ma senza la presenza del famoso commissario. Uscito a puntate nel quotidiano Le Jour dal 7 marzo al 10 aprile 1937, venne pubblicato da Gallimard nel 1938.

Le affinità con Maigret sono rilevanti in quanto vengono presentati gli uffici dei commissariati e due personaggi: il fedele collaboratore ispettore Lucas ora divenuto commissario e Lognon che non fa parte della squadra ma è un commissario di quartiere noto nell'ambiente come "ispettore scorbutico", apparso in diversi romanzi di Maigret.

Lognon che qui ha una parte principale "aveva il compito di sorvegliare la pubblica via, e in particolare di impedire la prostituzione clandestina, esclusivamente nel IX  arrondissement".

Ugo Mosselbach, alsaziano, soprannominato Il Sorcio, è un ex insegnante di musica di quasi 70 anni abile nel conquistare un suo pubblico con le sue parole beffarde guadagnando qualche franco per scolarsi litri di vino. Egli passa gran parte delle notti a dormire nei vari commissariati: dall’Opéra, agli Champs-Élysées, nel seminterrato del Grand Palais. E' un ometto magro, con due occhi  vivaci e maliziosi, una peluria rossiccia che vira al bianco sporco e un modo singolare di portare stracci troppo grandi per lui con una dignità che rasenta l’eleganza. 

Noto ai gendarmi ma mai arrestato per vagabondaggio, poiché per essere passibile di arresto, oltre che senza fissa dimora, il vecchio doveva essere senza soldi. Invece da anni, benché non avesse un domicilio fisso, era impossibile trovarlo completamente al verde, e quando lo perquisivano tirava sempre fuori qualche moneta dalle tasche. 

Questa volta si presenterà al commissariato di fronte all'ispettore Lognon con una busta gialla contenente alcune mazzette di banconote americane, dicendo di averle trovate sul marciapiede. Se entro un anno nessuno le avesse reclamate sarebbero appartenute a chi le aveva trovate.

In realtà questi soldi sono una parte di quelli trovati nel portafoglio della vittima, il clochard aveva nascosto il portafoglio che conteneva una foto e una busta vuota, sicuro che fra un anno nessuno avrebbe reclamato il bottino e il Sorcio si sarebbe comprato una vecchia canonica a Bischwiller-sur-Moder. Certo starà bene attento a non rivelare la verità. 



Ma l'arguto ispettore Lognon intuisce che qualcosa non quadra e si mette a pedinare il vecchio. Metterà mano ai documenti e alla foto di una giovane donna, Lucile Boisvin, l'amante di un uomo di nome Edgar Loëm con il quale ha un figlio. Loëm è un importante finanziere svizzero che sembra essere il presidente di un gruppo industriale di Basilea, cui pare sia sparito da qualche giorno, e che la donna conosce sotto un altro nome. 

Altri personaggi girano intorno a questa vicenda come Dora Staori figlia di un avvocato ungherese fidanzata di Frédéric Müller, uno dei procuratori del gruppo di Basilea. L'indagine passerà al commissario Lucas, e il caso si complica dato che Dora denuncia il suo fidanzato come assassino di Loëm. La donna cercherà di mandare la polizia su una falsa pista ma Lucas non ci cade e insieme a Lognon useranno per esca, a sua insaputa, il Sorcio, questo gli permetterà di procedere con l'arresto di tre uomini, tra cui un trafficante di francobolli rari.

Il Sorcio è un tipico romanzo poliziesco con una trama macchinosa e una narrazione dove alcuni indizi vengono fuori da pezzi di articoli di giornale su cui il clochard si documenta, improvvisandosi investigatore incuriosito dallo svolgimento della storia. 

Meno influente rispetto agli altri romanzi di Simenon questo libro però si legge con piacere, il personaggio del Sorcio è coinvolgente, ben tratteggiato, la trama abbastanza realistica tipica di Simenon, con le  atmosfere parigine di una città in preda alla calura estiva, e la soluzione del puzzle inaspettata dentro un intreccio che mescola gangster, alta finanza, alta società, un rapimento ed un emozionante inseguimento. 

In due scene deliziose vediamo l'ispettore scorbutico Lognon pedinare il clochard il quale accortosi di essere sorvegliato, giunto sulle rive della Senna, si stenderà tranquillamente sul prato spelacchiato con la giacca arrotolata a modo di cuscino coprendosi il viso dal sole con la bombetta, mentre l'ispettore in attesa tirerà fuori un fazzoletto per non sporcarsi e si siederà pazientemente a distanza mentre un gruppo di ragazzini fanno il bagno.

Poi per andare avanti nelle indagini ha bisogno del volume enciclopedico con la lettera L del Grand Larousse dato che non lo ha in casa chiederà alla moglie di farselo prestare dal cognato che fa il maestro a Issy-les-Moulineaux, dieci km distante da casa sua.

In tempi dove oggi si trova tutto su internet è molto singolare una scena del genere. 



Locandina del film Monsieur La Souris (1942)



Dal romanzo nel 1942 vi è stato tratto un film Monsieur La Souris per la regia di Georges Lacombe.

In Italia il libro uscì nel 1959 con il titolo La trovata di La Souris per Mondadori.


Gli altri romanzi e racconti di  Georges Simenon  recensiti nel blog




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Autore: Georges Simenon

Titolo:  IL SORCIO

Editore: Adelphi 2017
Pagine: 160
Formato: Cartaceo ed ebook


   










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