Nulla fu come prima. Nulla fu lasciato al caso, né alla pietà
I caduti di pietra che rappresenta Giuseppe Russo nel suo interessante libro sono quelli che fecero parte del nostro patrimonio culturale: chiese, opere d'arte, sculture, ponti, edifici storici distrutti o scomparsi per sempre durante la seconda guerra mondiale. Questo vissuto storico venne deturpato da bombardamenti in parte inevitabili, ma purtroppo anche a causa di una politica militare che voleva danneggiare e intaccare il morale della popolazione mettendo in ginocchio una nazione, e soprattutto la Campania, che con Napoli e le sue provincie era diventata crocevia strategico del Mediterraneo.
Oltre ai civili, l'orrore
della guerra portò alla distruzione, per certi versi inevitabile, di
numerosi centri urbani prima bombardati dagli angloamericani, poi
deturpati e abusati come sfregio dai nazisti in ritirata. I libri di
storia si soffermano sulle vittorie alleate, che di liberatorio
avevano poco, soldati e civili caduti, ma meno sul patrimonio
culturale cui ogni italiano si trova davanti a ogni passo. L'autore
mette in evidenza queste azioni poco note al vasto pubblico poiché
la storia è spesso raccontata solo nella sua veste accademica o
politica.
Gli alleati, come fatto
in precedenza dai nazisti, utilizzarono come basi ville prestigiose,
regge e palazzi con un illustre passato, occupando tutto con truppe
che conoscevano poco o nulla dell'arte, e riorganizzarono gli
ambienti in base alle proprie esigenze di occupanti. Gli stessi Monuments Men composti da addetti ai lavori, studiosi, insegnanti,
intellettuali, che Roosevelt inviò in Europa per salvare il
salvabile, si ritrovarono in grandissima difficoltà e con pochi
mezzi a disposizione. Nonostante tutto, italiani e angloamericani
della MFAA, cioè della commissione incaricata di recuperare il
patrimonio storico artistico dei Paesi occupati, riuscirono a fare il
possibile mettendo in sicurezza ciò che era oramai quasi distrutto.
«...Un palazzo del 1600, con una storia di circa 350 anni, era stato quindi riorganizzato con sale destinate a ‘wine bar’, come nel Salone degli Ambasciatori, in un perverso percorso di trasformazioni e violenze alla storia, all'arte e alla stessa cultura partenopea. Nel corso dei lavori di trasformazione, i tecnici militari bucarono, ad esempio, le volte di vari ambienti per attrezzarli ed installare tubature a soffitto, deturpando i ‘Passetti della Regina’ dipinti da Domenico Antonio Vaccaro, e sfregiando anche i pavimenti di antica maiolica per creare le canalizzazioni di terra dei servizi, come segnalato in una relazione dello stesso Bruno Molajoli. Ma uno dei peggiori danni fu fatto nella Sala di Maria Cristina, dove il soffitto fu addirittura imbiancato (scialbatura), facendo sparire l'affresco della ‘Aurora’ del De Mura, un'opera della seconda metà del 1700 realizzata per Ferdinando IV di Borbone, nella stanza che sarebbe stata riconvertita in sala di vestizione del Re..»
Fra il '40 e il '43
Napoli venne martirizzata con molteplici e devastanti bombardamenti, con
ordigni incendiari studiati per non essere spenti, « una tattica
che avrebbe raggiunto il suo tragico apice nel bombardamento di
Dresda con la ‘tempesta perfetta’, cioè la completa combustione
dell'intera area urbana...»
Gli stessi cittadini
vennero messi in ginocchio dalla fame e razioni alimentari dimezzate,
con la carne divenuta illusione e il caffè - simbolo di una cultura
centenaria - quasi scomparso; i napoletani cercavano di arrangiarsi ma
la ciofeca composta da orzo e cicoria consigliata dal Duce risultava
quasi imbevibile. Ma nulla era lasciato al caso, si trattava di
tattiche psicologiche che si aggiunsero alle altre più dolorose per
la cultura.
A ciò si sommarono le
tremende ritorsioni naziste sulla cultura degli italiani, colpevoli
del vile armistizio con gli Alleati. Proprio a Villa Montesano, nei
pressi di Nola, era stato custodito del materiale pregevole
dell'Archivio di Stato di Napoli. I nazisti sfogarono la propria
rabbia incendiando la villa distruggendo codici e manoscritti
medioevali, oltre che borbonici, e devastando un incredibile
patrimonio invidiato in tutto il mondo.
Giuseppe Russo ha
indirizzato la sua ricerca storica sulla deturpazione del patrimonio
culturale durante i periodi bellici del '900, e proprio grazie a
questa sua passione, dopo una sua tesi universitaria sul recupero dei
beni culturali deturpati, violentati o trafugati durante la Seconda
Guerra Mondiale, è nato questo libro rivolto a tutti i lettori
annoiati dal classico racconto storico.
I caduti di pietra narra una storia "diversa", senza annoiare, come una chiacchierata tra amici, ma con autorità, basata su una ricerca scientifica vera, con bibliografia, documenti, foto e studi effettuati in archivio, lasciando al lettore una verità quanto più possibile aderente alla realtà storica del tempo.
I caduti di pietra - Storia di una Regione in cui cadde anche la Cultura, è il primo di una trilogia di testi che analizzano perdite, distruzioni e furti subiti dai siti borbonici del sud Italia, con specifica attenzione per quelli di Napoli e Caserta.
Per saperne di più questo è il sito ufficiale: www.icadutidipietra.it
I caduti di pietra narra una storia "diversa", senza annoiare, come una chiacchierata tra amici, ma con autorità, basata su una ricerca scientifica vera, con bibliografia, documenti, foto e studi effettuati in archivio, lasciando al lettore una verità quanto più possibile aderente alla realtà storica del tempo.
I caduti di pietra - Storia di una Regione in cui cadde anche la Cultura, è il primo di una trilogia di testi che analizzano perdite, distruzioni e furti subiti dai siti borbonici del sud Italia, con specifica attenzione per quelli di Napoli e Caserta.
Per saperne di più questo è il sito ufficiale: www.icadutidipietra.it
Chiesa di Santa Maria degli Angeli, Acerno (Salerno)
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Foto per gentile concessione dell'U.S. National Archive.
Codice identificativo : 111-SC-188691 23/07/1943
Il libro
I caduti di pietra - Giuseppe Russo
Storia di una regione in cui cadde anche la cultura
Storia di una regione in cui cadde anche la cultura
Photocity Edizioni
COLLANA: Campania 1940 - 1943
GENERE: Saggio storico
GENERE: Saggio storico
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